Sembra oramai essere stata accantonata dal governo Renzi, almeno per il momento, la riforma pensioni 2015: le ultime notizie, infatti, riguardano soprattutto il tavolo istituzionale tra il Ministro Giuliano Poletti e i sindacati, all'interno del quale non si discute di flessibilità in uscita né di un radicale cambiamento della riforma Pensioni Fornero. Il premier Matteo Renzi ha mostrato spesso insofferenza nei confronti dei sindacati e, seppur per motivazioni contrarie, la medesima insofferenza la stanno provando tutti coloro che si sarebbero aspettati una battaglia più dura sul versante previdenziale.
Il Presidente del Consiglio segue, comunque, con grande interesse quanto accade in Europa: la questione è che la riforma delle pensioni targata Monti-Fornero è pienamente in linea con le richieste dell'UE. Per quanto riguarda le criticità più 'evidenti' della legge Fornero, parliamo dei lavoratori precoci e degli esodati, la battaglia dei comitati sembra essere ripresa e si cerca di far sentire la propria voce al governo Renzi e al Parlamento.
I precoci, attraverso il gruppo Facebook 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti', sono coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e che si trovano ad aver versato già 41 anni di contributi pur avendo un'età ancora ben lontana da quella pensionabile prevista dalla riforma pensioni Fornero.
Un lavoratore che ha iniziato a 18 anni, si trova ad aver maturato 41 anni di contribuzione a 59 anni: secondo la legge Fornero dovrebbe lavorare ancora molti anni. Gli esodati, invece, chiedono procedure più rapide per l'attivazione della settima salvaguardia in quanto l'Inps avrebbe effettuato, seppur in tempi giudicati lentissimi, la rendicontazione dei risparmi che si sono avuti con i sei provvedimenti precedenti.
I precoci all'attacco: ultime notizie 26-07 riforma pensioni 2015
Il gruppo Facebook che raccoglie le istanze dei lavoratori precoci chiede al governo Renzi di approvare quanto prima il ddl 857 di Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, che prevede la possibilità dell'uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a qualsiasi età e senza alcuna forma di penalizzazione.
Cesare Damiano, rappresentante della minoranza dem e 'mediatore' con la maggioranza del partito e del governo, sta portando avanti la sua battaglia in Parlamento: il problema e la contraddizione è che i maggiori avversari della sua proposta sembrano essere proprio i sui compagni di partito di fede 'renziana'. Il premier è riuscito più volte a riportare all'ordine i 'ribelli' e a proseguire nella sua linea di governo: la riforma pensioni 2015 non sembra essere più un'urgenza, perché la legge Fornero permette di risparmiare molto ed è fondamentale per i conti pubblici italiani e per i vincoli di bilancio imposti dalla UE .
Ma la questione è ancora più semplice: da quanto è stata introdotta la riforma pensioni Fornero si è discusso di cambiarla, ma nessun governo, né tantomeno Renzi, ha mai dichiarato di volerlo fare in tempi brevi.
La UE ha gli occhi puntati sull'Italia: affinché non si crei una nuova situazione greca, l'Italia deve portare avanti i suoi 'compiti'.
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