Una delle forme di mobilitazione che è stata scelta per cercare di fermare l'attuazione della riforma Scuola 2015 di Renzi è il referendum abrogativo: al momento sono state attivate due procedure differenti che potrebbero portare a grande confusione o alla dispersione nella raccolta delle firme. Da un lato, infatti, abbiamo Pippo Civati, appena staccatosi dal PD di Renzi, il quale starebbe organizzando un referendum su tutte le riforme del premier e il cui quesito sulla scuola riguarda soltanto la chiamata diretta dei presidi; dall'altro abbiamo il "Comitato Leadership alla Scuola", una costola dello Snals di Napoli, che avrebbe intenzione di dare avvio a requisiti referendari che abroghino la riforma scuola nella sua complessità.
Ad intervenire su questo caos e confusione è stato il "Comitato Lip Scuola", il quale ha chiesto di fare un passo indietro e di discutere insieme con tutte le associazioni e i rappresentanti del mondo della scuola i quesiti da proporre.
Il pericolo è soprattutto uno: i quesiti referendari per l'abrogazione della riforma scuola 2015 di Renzi devono essere pensati in maniera molto più attenta e approfondita (oltreché, ovviamente, ascoltando il mondo della scuola), altrimenti si rischia la bocciatura e l'impossibilità di portare avanti questa forma di mobilitazione. La reazione è stata viscerale, ma per cambiare le cose bisogna procedere con maggiore calma.
Le ambiguità del referendum abrogativo della riforma scuola 2015 di Renzi
Il "Comitato Lip Scuola", con un comunicato ufficiale, chiede a Pippo Civati e al "Comitato Leadership alla Scuola" di fare un passo indietro e di comprendere che, in questo momento, è necessario un intervento allargato che riesca a coinvolgere quante più realtà di base è possibile.
I termini utilizzati nel comunicato sono piuttosto decisi: si parla di schizofrenia nella duplicità delle richieste referendarie e si ritiene che Civati intenda farsi pubblicità nel mondo della scuola, tramite questa battaglia, mentre la decisione dello Snals di Napoli rischia di inficiare l'intero percorso che andrebbe svolto attraverso assemblee nazionali.
La situazione è particolarmente complessa: l'assemblea del 12 luglio aveva prodotto un documento nel quale si sottolineava la necessita di lavorare a quesiti attendibili e autorevoli, poi vi sono queste iniziative 'singole' e senza alcuna relazione con il movimento contro la riforma scuola 2015 di Renzi.
Ci si chiede, infine, cosa accadrebbe se, per un'azione poco concordata e poco attenta, il referendum abrogativo venisse bocciato.
Per il "Comitato Lip Scuola" si tratterebbe di un clamoroso 'autogol': il movimento di protesta rischia di uscirne indebolito e spaccato. L'unico percorso possibile è quello all'interno del quale vengano coinvolte tutte le componenti del movimento e viene rilanciato l'appuntamento per il 5 e il 6 settembre a Bologna.
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