Durissima presa di posizione del nuovo segretario della Uil Scuola, Pino Turi, di fronte al bando relativo al piano straordinario assunzioni predisposto dalla nuova legge N. 107/2015. Nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano 'Italia Oggi', il nuovo leader del sindacato ha proseguito nell'attacco indirizzato in precedenza dal 'collega' Di Menna.
Turi, ribadendo l'importanza del piano di stabilizzazione, ha sottolineato come il Ministero dell'Istruzione abbia predisposto le assunzioni in maniera totalmente approssimativa, non avendo alcuna considerazione dei docenti in qualità di 'persone'.
Uil Scuola, Turi: 'Miur approssimativo, in arrivo valanga di ricorsi'
Il segretario Uil, infatti, ha sottolineato come non sia accettabile che migliaia di insegnanti precari saranno costretti a lasciare ingiustamente la provincia dove risiedono. Se è vero come è vero che la scuola non può essere considerata come 'un assumificio' (ma neppure uno 'stipendificio' come qualcuno ha scritto) si poteva gestire l'operazione in maniera completamente diversa.
Pino Turi, inoltre, prevede una vera e propria valanga di ricorsi vista la 'marea' di insegnanti che resteranno esclusi dalle assunzioni, alla faccia di chi aveva la pretesa di voler cancellare le Graduatorie ad Esaurimento.
Riforma Renzi, Turi: 'La scuola non è un ufficio dove il capo è il preside e gli altri impiegati'
A proposito di ricorsi, il segretario Uil ha puntato ancora una volta il dito sui principi della Costituzione che sono stati violati all'interno della legge N. 107, pubblicata il 15 luglio scorso e la ferma intenzione, da parte del sindacato, di portare avanti la questione di fronte alla Consulta, oltre alle già annunciate mobilitazione già progettate per il prossimo mese di settembre.I sindacati della scuola, ha ribadito Turi, proseguono nella loro lotta contro la riforma renziana nonostante i continui tentativi del governo di mettere le forze sociali in un angolino. L'errore principale della Buona Scuola di Renzi è la costruzione sbagliata del principio dell'autonomia scolastica dove il preside rappresenta il Capo e tutti gli altri sono impiegati al suo servizio. 'La scuola non è un ufficio' ha concluso Turi.
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