A cinquant'anni decidere di andare via di casa per inseguire il sogno del "ruolo" non è affatto una scelta semplice.

La tanto agognata assunzione corre sul filo della rete. Migliaia di speranzosi docenti stanno in questi giorni presentandovia Internet l'istanzacon la quale sono chiamati a comunicare al Ministero le province in ordine di preferenza nelle quali gradirebbero essere assunti.Oltre 100.000 i posti disponibili. Parlando però con molti di loro, la situazione che si sta venendo a creare è a dir poco da panico.

La"grande opportunità" offerta dal duo Renzi-Giannini prevede quattro fasi di per l'assunzione dei precari: 0, A, B e C.

Nelle prime due, che riguardano le graduatorie provinciali, i precari potranno passare in ruolonella provincia in cui già insegnano da anni, sostanzialmente "sotto casa".

Nelle fasi C e D, la disponibilità dei posti è su scala nazionale e a concorrere sono almeno 60 mila docenti che dovranno decidere se accettare o meno la tanto desiderata assunzione che potrà avvenire dunque anche in una regione diversa da quella nella quale si vive abitualmente. Giusto per fare un esempio, un docente precario della Sicilia potrebbe essere assunto in Trentino Alto Adige o in Sardegna.

E' risaputo che l'età media dei docenti italiani si aggira intorno ai cinquant'anni e gran parte di essi (ovviamente) ha già famiglia e figli, se non addirittura genitori anziani da accudire.

Questo significa che una mamma o un padre di famiglia potrebbe essere costretto a fare le valigie e abbandonare affetti e responsabilità. Un scelta difficile per rincorrere un sogno chiamato "ruolo" per il quale ha sprecato un'intera vita fra studio e precariato.

Maria, una docente di Bari, ha dichiarato: "Purtroppo dopo tantissimi sacrifici dovrò rinunciare all'assunzione perché ho 47 anni, un marito che lavora in provincia e una figlia di 12 anni che non può restare senza la mamma.

Come faccio a lasciare tutto e andare lontano?".

E' da non dormirci la notte,anche perché visti gli stipendi bassissimi dei professori, trasferirsi in un'altra città comporta costi di viaggio, vitto e alloggio che potrebbero addirittura superare il misero stipendio di 1200 Euro circa mensili destinati ai neo assunti.

E' questa la politica di attenzione alla famiglia che il Governo ha messo in atto con la Riforma della Scuola?Figli costretti a vivere senza padre o madre o addirittura catapultati, nella migliore delle ipotesi, in una città che non conoscono e costretti a rinunciare al proprio mondo fatto di amicizie, Scuola, hobbies e interessi?

Molti precarinon hanno ancora prodotto istanza sul sito del Ministeroe, stando a quanto circola nell'ambiente della Scuola, almeno la metà di essi sta seriamente considerando l'ipotesi di lasciar perdere decidendo per unprecariato a vita, ammesso e non concesso che per loro a settembre ci siano cattedre o spezzoni disponibili per una supplenza.

I docenti questa situazione l'avevano già compresa mesi addietro e per questo ed altre serie motivazioni, per nulla campate in aria, avevano duramente contestato una riforma scolastica definita "follia"da parte della quasi totalità di chi la scuola la vive ogni giorno: insegnanti, personale non docente, studenti e famiglie.Certo fa rabbia sfiorare il sogno del posto fisso nella Scuola e dover essere messi davanti a un bivio: "Scegliere la famiglia o il lavoro?"