La presentazione delle domande da parte dei docenti per il piano assunzioni straordinario stabilito dal Miur continua a tenere banco nelle discussioni social. Da una parte c'è la fazione contraria che preme in maniera decisa verso il boicottaggio, dall'altra tutti coloro che, nonostante le poco incoraggianti prospettive contenute nella riforma Buona Scuola, hanno deciso di provarci lo stesso ad ottenere la tanto sospirata cattedra.

La sensazione che abbiamo potuto trarre dai commenti e dalle critiche espresse dai docenti è quella che il boicottaggio delle domande assomigli sempre di più ad un altro sciopero, seppur presentando aspetti diversi rispetto alle tradizionali manifestazioni in piazza.

Boicottaggio domande di assunzione come uno sciopero?

In fin dei conti, la riforma scolastica, da quando ha visto la luce, è sempre stata vista da tutti o quasi come un ricatto del governo, accusato di aver usato l'arma delle assunzioni per farsi dire si a tutto il resto.

E proprio sulle assunzioni, molti docenti stanno rispondendo 'no' di fronte alla possibilità di ottenere un posto, quasi a voler sottolineare la loro ferma intenzione di non piegarsi a questo ricatto. Cosa succederà nel caso in cui la percentuale di domande fatte pervenire al Miur risultasse insignificante?

Poche domande, il piano assunzioni straordinario salterà?

In tal caso, potrebbe saltare anche il piano assunzioni e con esso anche il potenziamento dell'organico che dovrebbe entrare in piena efficienza a partire dall'anno scolastico 2016/2017.

Cosa potranno rispondere il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini di fronte alle pesantissime critiche che verranno indirizzate al governo? Il fallimento è dietro l'angolo, anche se Renzi, almeno di fronte all'Unione Europea e alla famosa sentenza sull'abuso del precariato, potrebbe giustificarsi con frasi del tipo: 'Volevamo assumerli, ma sono loro che non hanno voluto'.

Assunzioni scuola, 'alibi' di fronte all'UE ma il governo Renzi rischia di cadere

Ma in Italia sarebbe tutto diverso, perchè le forze dell'opposizione farebbero leva sulla 'sconfitta scolastica' incassata dal premier per alzare ancora di più la propria voce, anche in considerazione dell'imminente arrivo di altre riforme, come quella sulla sanità, che potrebbero accrescere ulteriormente il livello di dissenso dei cittadini.

Considerando che l'indice di popolarità di Renzi e del Partito Democratico, secondo gli ultimi sondaggi elettorali, continua a far registrare un'inarrestabile diminuzione, non è certamente l'ipotesi delle elezioni politiche anticipate nella primavera del 2016.

Detto questo, è quanto mai doveroso ribadire come i docenti che hanno scelto di presentare ugualmente la domanda hanno, comunque, agito giustamente e nel loro interesse, tenendo presente della loro particolare situazione familiare e delle loro esigenze. Il numero esiguo di domande presentate al Miur, forse permetterà a questi insegnanti di veder accontentati i loro desideri e di essere assunti vicino casa.