Si dovrà lavorare di più, per avere lo stesso importo nella propria mensilità pensionistica. È questo l'effetto del Decreto risalente allo scorso 22 giugno, riguardante l'applicazione dicoefficienti aggiornati di trasformazione del sistema contributivo. A riportarlo è il sole 24 ore, che sottolinea come "i nuovi coefficienti saranno applicati a tutte le Pensioni che avranno decorrenza da prossimo 1° gennaio". Per capire come si è arrivati a questo meccanismo, bisogna spiegare brevemente come funzionanole pensioni nel sistema di tipo contributivo.
Il lavoratore versa ogni anno dei contributi che contribuiscono a formare il cosiddetto montante previdenziale (composto da capitale accumulato più interessi di rivalutazione). Nel momento in cui il lavoratore avrà raggiunto l'età di pensionamento, l'importo della mensilità erogata sarà ottenuta attraverso dei moltiplicatori. Quest'ultimi però non sono immutabili, ma variano nel tempo sulla base di diversi fattori e parametri, come ad esempio l'aspettativa di vita.
Pensioni,ecco cosa succederà con l'aggiornamento del prossimo anno
Stante la situazione, con riferimento a quanto approvato negli scorsi mesi, i coefficienti di conversione del montante previdenziale saranno prossimamente aggiornati al ribasso perciò il mese di novembrerappresenta l'ultimo "utile" per poter andare in pensione fruendodelle regole attualmente in corso.
Vi è però anche da sottolineare che l'aggiornamento è stato molto lieve, pertanto l'impatto sulle future pensioni resta relativo. Da notare che il progressivo aggiornamentodelle aspettative di vita sta di fatto spostando i coefficienti di trasformazione portandoli più avanti nel tempo. Così facendo, si genera l'effetto di riduzione degli importi, ovveroci si trova a dover lavorare di più per poter beneficiare del medesimo coefficiente di trasformazione (legato in precedenza ad un parametro anagrafico più basso).
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