Sono bastate alcune riflessioni per scatenare una vera e propria tempesta mediatica. I precoci non hanno ben digerito le dichiarazioni dell'ex ministro ed ex presidente Inps Tiziano Treu ed oggi al Cnel. Dichiarazioni che hanno messo in dubbio la validità delle proposte del presidente della commissione lavoro della Camera, il pieddino Cesare Damiano, per il quale una delle priorità che il governo deve risolvere a settembre è proprio la questione dei precoci. Per costoro aveva ipotizzato e sottoscritto un disegno di legge, (noto come 857) condiviso da tutti i gruppi politici e sostenuto dalle forze sindacale.
Sembrava quindi cosa fatta. Ora le affermazioni di Treu contrarie alle quote 100 e 41 perché, a suo giudizio, troppo onerose per i conti pubblici dello Stato, potrebbero avere ripercussioni sulle scelte del governo? I precoci si augurano di no e levano alta la loro indignazione e rabbia sia attraverso il loro blog sia nei commenti che si leggono sul web.
Indignazione e rabbia dei precoci sul web, accompagnano commenti pesanti sulle dichiarazioni di Treu
Commenti non certamente leggeri nei confronti dell'ex ministro. Essi si chiedono come sia possibile che proprio un ex ministro al lavoro possa arrivare a contrastare un disegno di legge che rende finalmente giustizia ad una situazione incresciosa che si trascina ormai da anni dimostrandosi insensibile nei confronti delle loro storie.
Storie fatte di sacrifici, di rinunce e di sudori fin dall'età giovanile di 14/15 anni e che a causa di norme rigide come quelle della legge Fornero sono costretti a lavorare da anni, e non si sa ancora per quando, sebbene abbiano più di 40 di servizio ma non l'età prevista appunto dal governo Monti del dicembre 2011. Già il piano del presidente dell'Inps Tito Boeri presentato nel giugno scorso, aveva escluso manovre che avessero incidenze economiche sulle dissestate casse dell'istituto previdenziale nazionale, affermando che l'unica via di fuga percorribile per il governo sarebbe stato il ricalcolo contributivo per tutti, precoci compresi.
Ora Treu, dall'alto della sua esperienza e professionalità, si allinea alla proposta del suo successore. Niente pensione per i precoci e niente quota 100 per chi vuole lasciare il lavoro in anticipo. Se lo si vuole fare, bisogna lasciare sul campo circa il 30% della propria pensione.
In attesa che le questioni pendenti da anni, trovino la giusta soluzione ci interesserebbe conoscere anche il vostro parere in merito attraverso i commenti. Intanto cliccate su “segui” per essere aggiornati.