Dopo un'estate rovente, con le proteste e i ricorsi per i rimborsi parziali e non totali dei mancati adeguamenti al costo della vita, si prevede un autunno caldissimo sulla riforma Pensioni. Pronti alla mobilitazione i sindacati che sulla questione previdenziale procedono in materia unitaria continuando a chiedere con forza al governo l'apertura di un tavolo di confronto risolutivo dei problemi provocati dalla legge Fornero. La riforma pensionistica realizzata dal governo guidato dall'allora presidente del Consiglio Mario Monti, che ebbe nel 2011 il sostegno parlamentare dei partiti della maggioranza delle larghe intese, è ancora oggi, e forse ancor di più, dopo i problemi già provocati in questi anni in particolare agli esodati e agli insegnanti della Quota 96 scuola, "il peggior incubo degli italiani", secondo la prosa del segretario generale della Cgil Susanna Camusso che attacca senza sconti l'esecutivo diretto dal premier Matteo Renzi nel corso di un'intervista trasmessa oggi in streaming su RepubblicaTv.

Pensioni, Camusso: la riforma Fornero è un incubo e Renzi pensa solo a sgravi per le imprese

"Il governo - ha affermato la leader del sindacato rosso - continua a pensare più ad un nuovo taglio delle tasse alle imprese che a rimettere mano a una riforma - ha sottolineato la Camusso riferendosi alla legge pensionistica varata quattro anni fa - con cui sarebbe possibile anche sbloccare l'occupazione giovanile". Nuove forme di flessibilità per accedere al pensionamento, infatti, consentirebbero di creare nuove occasioni di lavori per i giovani sia nelle aziende private che nella pubblica amministrazione. "Chiediamo da tempo - ha sottolineato la dirigente sindacale - un confronto che non arriva".

A preoccupare la Cgil "il sistematico atteggiamento del governo - ha proseguito Susanna Camusso nell'intervista rilasciata a RepubblicaTv - che pensa ad una riduzione delle tasse alle imprese, ma non ha in mente assolutamente - ha aggiunto - modifiche alla legge Fornero".

Riforma pensioni, Cgil: flessibilità per l'uscita dal lavoro senza nessuna penalità sugli assegni

La riforma previdenziale del 2011 "è una delle cause - ha evidenziato - della disoccupazione giovanile". Rispetto alle continue promesse del governo e alle diversi ipotesi più volte formulate per l'inserimento di nuovi meccanismi di flessibilità la Cgil e gli altri sindacati chiedono di eliminare ogni forma di penalità dalle diverse formulazioni sulla pensione anticipata.

Secondo il sindacato rosso "condizionare alla sola età anagrafica" la possibilità di andare in pensione,"anziché agli anni di contributi versati, significa - ha spiegato ancora la Camusso - considerare i lavoratori tutti uguali quando non lo sono, a cominciare dai lavori pesanti".