In questo mese di agosto, è necessario analizzare con attenzione tutte le forze politiche che scenderanno in campo quando si discuterà della riforma delle pensioni 2015da inserire all'interno della legge di stabilità: si parla da molto tempo di modifiche alla legge Fornero, ma nulla è stato fatto; il governo Renzi e il premier in persona, soprattutto in questi ultimissimi tempi, sembrano aver abbandonato completamente il progetto, probabilmente anche a causa dell'Europa. Le ultime notizie riguardano soprattutto i sindacati, i quali, con ogni probabilità, sceglieranno una linea comune per costruire una proposta di riforma del sistema pensionistico che possa essere accettata dall'esecutivo Renzi.

In realtà, i rapporti tra Matteo Renzi e i sindacati non sono mai stati dei migliori: a partire dal Jobs Act e fino alla riforma della scuola, le accuse da parte del premier nei confronti delle associazioni sindacali sono state molto forti, e sulla stessa linea si sono posti molti rappresentanti del governo. Ai più attenti, infatti, non sarà sfuggita una proposta del governo Renzi, non raccolta e mai più ripetuta, della creazione di un solo sindacato e con poteri molto ridotti, che, per la CGIL, ha richiamato da vicino alcune linee di politica economica del ventennio fascista.

È chiaro, comunque, che la proposta di riforma delle pensioni 2015 dovrà passare attraverso il Partito Democratico e grande fiducia viene data a Cesare Damiano che, negli ultimi tempi, si è a lungo battuto contro le iniquità della legge Fornero: è possibile, infatti, che il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera cerchi l'accordo con i sindacati confederali e costruisca un'opposizione interna al governo Renzi, capace di portare avanti le istanze della Quota 97 o della Quota 100.

I sindacati, il governo Renzi e le ultime notizie sulla riforma delle pensioni 2015

La linea comune dei sindacati, sul tema della riforma delle Pensioni 2015, potrebbe dunque essere rappresentata dalla convergenza sulla proposta di Quota 100, avanzata da Cesare Damiano: si tratta di un intervento che permetterebbe una flessibilità in uscita e senza penalizzazioni a partire dal compimento di 62 anni d'età (requisito d'anzianità) e 38 anni di contributi.

La proposta era piaciuta in passato alla CGIL e, un paio di settimane fa, è intervenuta Annamaria Furlan, segretario della CISL, a rilanciarla come possibile linea comune: la riforma delle pensioni Fornero va cambiata, queste le parole del segretario confederale, e il governo Renzi deve dire con chiarezza qual'è la sua proposta in merito.

Intanto, uno degli ultimi interventi di Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, non fanno ben sperare: intervistato dalla stampa estera sulla riforma delle pensioni, ha risposto che si sta pensando a misure di sgravio fiscale, non nominando assolutamente alcun intervento di flessibilità in uscita.

In attesa di sapere cosa accadra' a settembre, dunque, e in vista degli aggiornamenti dei prossimi giorni, invitiamo coloro che sono interessati a ricevere news sulla questione della riforma delle pensioni 2015 a cliccare su 'Segui' in alto, sopra il titolo dell'articolo.