I problemi della scuola pubblica statale sono sulle prime pagine dei giornali ma non dobbiamo dimenticarci anche di altre questioni, sempre legate alla Scuola, che riguardano le scuole pubbliche comunali.

Ci occuperemo, in modo particolare, dei docenti precari della scuola d'infanzia e della sentenza della Corte Europea di Bruxelles relativa all'abuso dei contratti a termine. Un articolo denuncia pubblicato sul numero odierno de 'Il Fatto Quotidiano' porta alla luce il dramma di migliaia di insegnanti che perderanno il loro lavoro dal prossimo mese di settembre.

Scuole pubbliche comunali: precari con più di 36 mesi di servizio a casa

I precari della scuola con più di 36 mesi di servizio, anche non continuativo, non potranno più continuare a svolgere incarichi a termine: il bello è tutti questi docenti, proprio perchè in servizio da anni e anni nella scuola, hanno il diritto di essere assunti a tempo indeterminato.

Ora, la riforma renziana della Buona Scuola è riuscita ad 'aggirare' questo blocco imposto dalla Corte Europea cancellando il pregresso e ricominciando il conteggio dal prossimo mese di settembre 2016. Questa normativa, però, è valida solo per le scuole pubbliche statali ma non per quelle comunali. Risultato? Nessuna supplenza per migliaia di insegnanti, nè a sei mesi nè ad annuali.

Asili nido e scuola d'infanzia: manifestazione di protesta a Roma

Secondo le stime dell'USB (Unione sindacale di base) nella sola città di Roma saranno in 5.000 (tra asili nido e scuola d'infanzia) a dover restare a casa.

Il Comune capitolino ha avviato la procedura per il bando relativo alle supplenze, ma questi insegnanti non potranno più partecipare: tagliati fuori dal loro lavoro di una vita.

Per domani, lunedì 24 agosto, è prevista una manifestazione di protesta al Campidoglio. L'assessore all'istruzione, Marco Rossi Doria, ha promesso il massimo impegno per cercare di sanare questa disparità, questa ingiustizia, frutto di una 'distrazione' del Parlamento.

Il problema, del resto, non riguarda solo la città di Roma ma gli insegnanti di tutte le scuole pubbliche comunali italiane, anche se i numeri della capitale sono decisamente i più alti e i più eclatanti.