Mancano ancora una decina di giorni circa al termine fissato per le ore 14 di venerdì 14 agosto e poi si chiuderà la fase di inserimento delle domande on line per le immissioni in ruolo. Giunge notizia che molti docenti starebbero pensando alla rinuncia, perdendo l'occasione loro offerta di stabilizzarsi, per evitare il trasferimento lontano da casa. Sappiamo infatti che rinunciare alla sede indesiderata provoca l'esclusione dalle graduatorie ad esaurimento. Una situazione paradossale, la definiscono nelle stanze del ministero dell'Istruzione, che in questo modo esprimono la loro sorpresa per la scelta che i docenti delle graduatorie ad esaurimento stanno esprimendo.
Quest'ultimi motivano la loro decisione forti del fatto che per queste stesse graduatorie non ci sarà nessuna cancellazione.
La critica
Su La Stampa del 1 agosto compare una nota critica da parte del Miur che non mancherà di provocare un mare di polemiche. A commento della scelta che i docenti stanno maturando in queste ore, esprimono un'opinione di censura a quello che appare un comportamento a dir poco paradossale. Confrontando quanto avviene negli Stati Uniti, dove la gente pur di lavorare si trasferisce da costa a costa, si domandano che cosa impedisce agli italiani di accettare un trasferimento pur di ottenere la stabilizzazione. Ipotizzano anche l'adozione di particolari agevolazioni di ordine burocratico e fiscale per determinate difficoltà oggettive che dovessero insorgere per mantenere bassi gli affitti, mostrando disponibilità, a parer loro, di venire incontro alle loro esigenze.
Rifiutare un trasferimento, rinunciando alle immissioni in ruolo, sembra proprio essere un'arretratezza culturale italiana.
Mantenimento delle Gae
Nei giorni scorsi erano apparse le dichiarazioni di importanti esponenti politici e rappresentanti del Miur dove si confermava che le graduatorie non sarebbero state eliminate prima del loro svuotamento.
A dirlo sono stati l'ispettore del Miur Max Bruschi e il deputato Pd Giuseppe Bonelli. Questo ha tranquillizzato quanti temevano di dover ricominciare di nuovo tutto il percorso che conduce all'immissione in ruolo e rafforzato la convinzione che è meglio attendere tempi migliori. Intanto, molti di loro hanno avviato la raccolta firme per il referendum abrogativo.