Inizio di anno scolastico, vecchi problemi. Nonostante il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, abbia promesso soldi e risorse per tutte le scuole d'Italia, così da non costringere più le famiglie a provvedere i soldi per la carta igienica, ecco che la notizia che giunge da Napoli provvede subito a rendere vane tali dichiarazioni.

L'agenzia Ansa, riprendendo una denuncia segnalata sul portale Skuola.net, porta all'attenzione quanto accaduto in un istituto per i servizi all'enogastronomia e ospitalità alberghiera di Napoli: a tutti gli studenti che non hanno ancora provveduto a versare il contributo volontario (pari a 180 euro), non è stato permesso di frequentare le lezioni.

Insomma, non hai versato il contributo, niente Scuola.

Contributo volontario e il caso dell'alberghiero di Napoli

La preside dell'Istituto, nonostante le proteste dei genitori, ha dichiarato di essere stata costretta a comportarsi così, in quanto la scuola non possiede i fondi indispensabili per continuare regolarmente la propria attività e il Ministero non sta provvedendo l'aiuto necessario.

Così, agli studenti minorenni viene ugualmente concesso l'ingresso a scuola, venendo, però accompagnati in classi diverse dalle loro, per i maggiorenni, invece, le porte restano chiuse.

Il consiglio d'Istituto avrebbe, infatti, provveduto ad approvare un documento, attraverso il quale, verrebbe concessa l'esenzione dal contributo volontario solo alle famiglie che hanno un Isee pari a zero.

Per tutti gli altri, nessuno sconto: tutti devono pagare, altrimenti niente scuola.

Scuola e contributo volontario: la preside si difende

Naturalmente, la preside non conferma questa versione dei fatti, ma spiega che nella sua scuola ci sono sei laboratori di cucina che implicano dei costi particolarmente esosi: pur rendendosi conto che si tratta di una scuola pubblica, senza il contributo volontario l'istituto sarebbe costretto a chiudere.

'Comunque - si affretta a dire la preside - non è vero che la scuola non viene incontro alle famiglie che non ce la fanno.'

Il discorso è un altro, ha tenuto a precisare la preside: un conto è non riuscire a pagare perchè si è impossibilitati, un conto è poi 'vedere su Facebook che i miei studenti si comprano l'iPhone oppure vanno in vacanza a Palma de Maiorca...'

La preside dell'Istituto smentisce anche il fatto che i ragazzi, le cui genitori non hanno pagato il contributo, non vengano messi in condizione di seguire le lezioni.

'Anche questo non è vero: stiamo facendo dei lavori di ristrutturazione ed è evidente che i ragazzi siano costretti a spostarsi di classe'. La dirigente, però, si affretta a precisare che, per lei, i maggiorenni possono andare pure a lavorare.

Skuola.net, attraverso il responsabile dei contenuti, Daniele Grassucci, sottolinea come sia in atto una vera e propria guerra tra poveri, tra le famiglie che non ce la fanno più e la scuola che non ha i soldi per andare avanti.