Mentre la polemica sulla 'Buona Scuola' di Renzi investe le questioni riguardanti la Fase C del piano di assunzioni, con la Gilda che sembra convinta che il tutto si risolverà in un flop e non tutte le istanze di immissione potranno essere accolte, si torna a parlare del concorso scuola per il 2015-2016. Il bando che dovrebbe arrivare entro il mese di dicembre 2015 presenta molte difficoltà per coloro che dovranno stilarlo: in primo luogo, la questione dei posti effettivi da mettere a concorso, con la possibilità che per alcune cdc non si possa fare nulla; in secondo luogo, la questione delle probabili graduatorie nazionali che imporrebbero anche ai vincitori un esodo forzato; in terzo luogo, la questione della riforma delle classi di concorso, che potrebbe portare alcuni docenti a dover integrare il proprio 'curriculum' con nuovi crediti ed esami; infine, la proposta di un concorso che si basi soltanto sulle competenze pratiche e non sulle conoscenze, con la possibilità che le procedure non contemplino il quiz preselettivo.

I precari della scuola, rimasti fuori dal piano di assunzioni (TFA, PAS e SFP), sperano soprattutto in una favorevole risoluzione dei ricorsi al CdS, anche se le pressioni politiche sembrano essere molto forti e il risultato, dunque, estremamente incerto. L'ipotesi che si fa avanti è quella di un boicottaggio, cosa sicuramente difficile da organizzare, data la frammentazione del mondo della scuola.

I nodi irrisolti del concorso scuola 2015-2016: ipotesi e contraddizioni

Non sarà un lavoro facile quello di stilare il bando per il concorso scuola 2015-2016, data la complessità della situazione dei candidati, che, al momento, dovrebbero essere soltanto i docenti con abilitazione. Un elemento importante è stato quello della riforma delle classi di concorso, che ha eliminato alcune palesi irrazionalità legate ad una concezione superata della scuola (pensiamo, ad esempio, alla A037), anche se il timore resta quello dei crediti aggiuntivi.

Nel frattempo, si discute su come dovranno essere organizzate le prove: dal momento che si tratta di docenti che hanno superato un corso con esami e prova conclusiva, dovrebbe essere accantonata l'idea di un quiz preselettivo e in generale di una verifica delle conoscenze. Al centro, dovrebbero essere messe le competenze sul campo, la capacità effettiva di insegnare.

Il problema è soprattutto uno ed è centrale nell'intero impianto della 'Buona scuola' di Renzi: il rapporto tra criteri soggettivi ed oggettivi. Prove pensate soltanto sulle competenze, con quali criteri oggettivi potrebbero essere valutate? Come si fa a stilare una graduatoria con vincitori, idonei e non idonei sulla base di un qualcosa che non può essere verificato in sede di concorso scuola?

È chiaro come le competenze di un docente non possano essere valutate soltanto con la 'simulazione' di una lezione. Difficile immaginare gli sviluppi, ma la fiducia è poca: l'inesperienza tecnico-organizzativa dimostrata dal governo Renzi per il piano assunzioni, probabilmente si farà sentire anche per il concorso scuola 2015-2016. È tutto con le ultime news sulle questioni scolastiche, per approfondimenti cliccate su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.