La flessibilità delle pensioni è un provvedimento molto atteso che, più degli altri, tiene impegnato il dibattito politico. Si cominciano a delineare ipotesi sostenibili, in attesa di essere definite nei particolari e verificate nella compatibilità economica. Il Ministro Poletti, con la collaborazione dei tecnici del Tesoro, studia lo scalone costruito con la legge Fornero che impedisce il ricambio con i giovani. Per il prossimo anno l'età pensionabile, nel settore privato, per le donne, da 63 anni e 9 mesi, passa a 65 anni e 7 mesi: un bel salto.

Molte le proposte in esame

  • Nel Governo vi è l'idea di estendere l'opzione donna bis al fine di anticipare l'età a 62-63 anni con una contribuzione di 35 anni anche per gli uomini. La penalizzazione dell'assegno sarebbe del 10% (3,5% annuo) invece del 25-30%. Il ricalcolo verrebbe fatto in base alle aspettative di vita e non per la durata della vita lavorativa.
  • Opzione uomo: per chi perde il lavoro in prossimità dell'età pensionabile, si sta studiando di anticipare di 3 anni la pensione con una penalizzazione rapportata al tempo più lungo di percezione dell'assegno.
  • Vi è poi la proposta del prestito ponte, suggerita dall'ex ministro del Lavoro Giannini con la restituzione durante la vita pensionistica.
  • Viene esclusa la proposta di Boeri da realizzare a costo zero. Si tratta di calcolare l'assegno col sistema contributivo con una penalizzazione del 30%.
  • La proposta più equa e sostenibile sembra essere quella di Cesare Damiano e del sottosegretario Baretta, secondo cui si potrebbe andare in pensione a 62 anni con 35 di contribuzione e l'8% di penalizzazione: può essere realizzato a costo zero nel medio-lungo periodo. Costerebbe 4 mld all'anno. Per l'Inps, se tutti gli aventi diritto utilizzassero l'opzione, i miliardi necessari sarebbero 8,5.
  • Più realistici, secondo il Premier Renzi, sono quegli interventi per sanare questioni di emergenza come gli esodati, a cui si spera venga data la massima attenzione possibile.
  • Il Governo spera di ottenere dall'Europa una flessibilità di oltre 17 miliardi da impiegare sul taglio delle tasse sulla casa, e spera di contare su 10 miliardi dalla spending review.