L'informazione nazionale non ha adeguatamente rappresentato la realtà della Buona Scuola, così come era stato detto all'opinione pubblica. Questa volta il messaggio non proviene dai commenti sui social delle centinaia di migliaia di precari esclusi, ma dai media nazionali con la trasmissione andata in onda sui Raitre nella mattinata di ieri. Ad Agorà Estate si sono confrontati funzionari del Miur, docenti e i due parlamentari Fedriga e Fassina. La migrazione forzata prodotta dall'algoritmo del Miur viene considerata funzionale dal ministro Giannini che parla di 7000 docenti in mobilità per prendere il ruolo, mentre lo scorso anno si spostava un numero uguale per prendere semplici supplenze.
Ora che la Fase B del piano di assunzioni è stata condotta a termine emergono tutte le crepe di una riforma sbagliata, come ha detto Fassina in trasmissione.
Gli abilitati: scusate se esistiamo
L'on Fedriga va dritto al cuore del problema contestando al Miur di aver usato per anni oltre 70.000 docenti precari abilitati delle Graduatorie di Istituto per colmare la carenze degli organici della scuola senza lasciar loro la possibilità di partecipare a nessun concorso. L'informazione nazionale ha il dovere di rendere una situazione complessiva del quadro nel quale ci si muove, altrimenti finisce che passa solo un messaggio tendente a garantirsi i voti alle prossime elezioni mentendo sulle assunzioni dei precari.
Fassina introduce il concetto di stravolgimento generale del quadro della scuola nel momento in cui si vanno a cambiare brutalmente le regole. Quando un docente affronta un concorso sa che sarà immesso in una graduatoria provinciale mentre con la mobilità nazionale introdotta dalla legge 107 si vanno a cambiare le carte in tavola solo per colmare il gap di cattedre nord-sud e poter dire alla gente che si è risolto il problema del precariato.
Senza dimenticare che si lascia fuori gente con anni e anni di esperienza in favore di personale inesperto, particolare che non giova certamente alla continuità didattica.
I posti ricomparsi
Una docente della scuola primaria di Cagliari, alla quale è stata assegnata Verona come sede di servizio, ha posto l'accento sulla questione dei posti disponibili nella provincia di residenza.
L'insegnate presente in trasmissione, contestando l'assunto della necessità della mobilità per risolvere il problema delle carenze di organico al nord, chiedeva il perché di questa scelta quando nella stessa città di Cagliari sono usciti 300 posti sul sostegno. Altrove è successa la stessa cosa, come ad esempio a Napoli con le 600 cattedre disponibili sul sostegno. In Puglia 2000 precari hanno potuto usufruire di questa disponibilità. Per questo, conclude la docente, noi diciamo 'riforma sì ma non così'.