Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è stata contestata alla festa dell'Unità svoltasi a Milano l'altro giorno. Con lei anche la senatrice Francesca Puglisi è stata bersagliata dagli slogan di protesta. La stampa dedica soltanto poche righe all'evento, quasi fosse solo una inutile kermesse pre-elettorale. Il Giornale di Milano parla poco della protesta degli insegnanti, una trentina di righe, secondo il quotidiano milanese, e sull'alternanza Scuola lavoro, che favorirà lo sfruttamento di manodopera minorile. L'Unitàfornisce una versione leggermente più ampia, raccontando dei tentativi di distensione dopo la protesta di venti docenti precari, quindi di meno secondo il quotidiano, con un dialogo tutto sommato disteso tra le parti che si è tenuto con un incontro dopo gli interventi dal palco.

Poche righe sull'evento anche da parte del Corriere della Sera che sottolinea gli slogan ripetuti dai docenti che gridavano “dignità” e “lavoro”.

Questione di tempo

In genere tutti i quotidiani danno risalto alle dichiarazioni di Stefania Giannini per la quale è solo questione di tempo. Andando avanti si capirà il vero valore di questa riforma, che il sistema scolastico attendeva da oltre vent'anni. Sempre gli stessi slogan in tutto questo tempo; sarebbe ora di aggiornarli, dice Stefania Giannini. Ma la questione non si risolverà sicuramente così perché il mondo della scuola non allenterà certamente la tensione solo perché il ministro ha sentenziato. E nonostante la preoccupazione degli addetti al servizio d'ordine, tutto si è svolto serenamente e senza incidenti, come dimostrato anche dall'incontro di cui sopra.

L'informazione nazionale apre alla verità di questa riforma che non elimina affatto il precariato.

Non sterile contestazione ma legittime richieste

A dire qualcosa di più sui docenti presenti a Milano è il Fatto Quotidiano quando scrive che a rappresentarli era il Comitato 3 ottobre. Sono stati numerosi i cartelli di protesta e di vecchio non c'era assolutamente nulla, come fa notare una insegnante di sostegno giunta sul posto.

La docente diceva che si può anche essere gentili ma non fessi. Il motivo della loro presenza era dettato dalla necessità di fare domande precise ed ottenere risposte. Non interessa la propaganda, a nessuno; né ai politici, né ai docenti, ma solo assunzioni. È di questo che hanno bisogno gli insegnanti italiani che bollano senza mezzi termini come sfruttamento la proposta dell'alternanza scuola lavoro, da realizzarsi mediante i laboratori territoriali facenti parte della rete degli istituti tecnici-professionali. Buona Scuola fallimentare, ancheguardando al nuovo progetto dell'alternanza scuola lavoro perché apre a forme di sfruttamento di manodopera.