Mentre continua il dibattito parlamentare sulle questioni relative alla riforma del sistema pensionistico italiano, torna a farsi sentire Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, che, in un'intervista al quotidiano on line corriere.it, mette in evidenza quali sono le reali ipotesi di modifica delle norme previdenziali che dovrebbero cambiarela legge attualmente in vigore, la riforma Fornero.In realtà, la situazione non è molto chiara dato che il governo Renzi non è in grado, almeno per il momento, di stabilire quale potrebbe essere il sistema flessibile da applicare per trovare un giusto equilibrio tra le richieste dei pensionati e quelle derivanti dall'esame dei conti pubblici italiani.

La cosa certa è che saranno applicate delle penalizzazioni sugli assegni previdenziali, per tutte quelle persone che decideranno di usufruire della pensione anticipata superando, così, le rigidità introdotte dalla legge previdenziale attuale.

Proposte non sostenibili per le casse dello Stato

Ma quali sono le proposte più accreditate per modificare le norme previdenziali? Quella di più semplice applicazione è la proposta fatta da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, con il sistema chiamato Quota 97,che permette l'uscita anticipata al raggiungimento di un'età di 62 anni e un versamento di 35 anni di contributi, con l'applicazione di una penalizzazione massima dell'8 percento.

Un'altra idea è quella destinata ai lavoratori precoci, i quali potrebbero usufruire della pensione anticipata al raggiungimento di un solo parametro pensionistico, 41 anni di contributi versati. Ma, entrambi i sistemi sono troppo costosi per le casse dello Stato.

Poletti: 'Si alla flessibilità ma non per forza a costo zero'

Questo argomento, ovviamente, è molto sentito dai tecnici del ministero del'Economia, i quali hanno evidenziato, in più di un'occasione, che non è possibile applicare un sistema flessibile che possa essere a carico dello Stato. Ed ecco che arriva la proposta dell'ex-ministro del Lavoro Elsa Fornero, favorevole ad una modifica della sua riforma, ma con l'applicazione di penalizzazioni più alte, che potrebbero raggiungere anche il 3-3,5 percento per ogni anno di anticipo rispetto ai limiti attuali.

Proprio, il ministro Poletti, nell'intervista di ieri, ha ribadito la necessità di 'introdurre flessibilità al sistema pensionistico anche per favorire il ricambio generazionale. Il costo, per fare questo, non deve essere per forza nullo. Le penalizzazioni saranno sostenibili per i lavoratori'.