La notizia che la flessibilità pensionistica sia stata messa da parte dal Governo è stata ribadita a più riprese dai principali interlocutori. A questo si aggiunge che il Mef ha diffuso la notizia che, anche per gli esodati e l'Opzione Donna, le coperture economiche sono state ritirate.Un dietro front al quale i lavoratori non erano preparati perché dopo tutto il tam tam mediatico del mese scorso, dove sembrava che nella prossima Legge di Stabilità venisse inserito un capitolo per le Pensioni, le aspettative sono state disattese.

Il ministro Poletti,dopo l'alzata di scudi di Landini e di altri sindacalisti, ha detto che il governo non ha deciso nulla e che si stanno studiando delle proposte alternative.

La realtà è che probabilmente i soldi ci sono ma il Governo preferisce utilizzarli non per sbloccare il lavoro giovanile oper salvare gli esodati:Renziprobabilmente ha intenzione di usare le risorse a disposizione per qualcosa in grado di far risalire subito i consensi nei suoi confronti.Unariforma pensioniche sia validadeve avere del tempo per mostrare la sua efficacia.

Il Presidente del Consiglio non ha tutto questo tempo a disposizione perché le Amministrative 2016 sono vicine e nel 2018 si voterà per le Politiche. Meglio tagliare l'IMU e la TASI per ottenere consensi da una buona partedegli italiani (come avrebbe fatto Silvio Berlusconi). Quando quei soldi serviranno basterà aumentare le tasse locali e applicare tagli ai servizi come è stato fatto con gli 80 euro.

Tra le tante voci che dissentono dalla posizione del Governo c'è quella di Annamaria Furlan. La segretaria generale della Cisl fa notare che un lavoratore a 67 anni non è più in grado di salire su una impalcatura nè tanto meno può tenere a bada una classe di 30 alunni. Con una disoccupazione giovanile di oltre il 40 % si deve necessariamente trovare una flessibilità pensionistica che dia spazio ai giovani nel mondo del lavoro; inoltre non si possono costringere i lavoratori a prestare servizio fino a tarda età.

La Furlan ha sottolineato poi che le aziende hanno bisogno di forze fresche che abbiano una adeguata professionalità. Visto che la riforma Fornero ha fatto risparmiare allo Stato tanti miliardi di euro, una parte di questi soldi dovrà essere utilizzata per gestire la flessibilità pensionistica.

La realtà è che si sta aspettando una decisione che tarda a venire perché frenata dalla posizione italiana in Europa e da scelte elettorali che spingono su fronti diversi.

Da una parte i lavoratori sempre più ansiosi di definire il loro futuro e dall'altro il governo che, allo stato, non sembra in grado di dare risposte esaurienti. Si spera che in ogni caso le decisioni siano rapide e che tengano conto delle esigenze dei cittadini e non delle solite mosse elettorali.