Il bilancio sociale dell'INPS questa volta è piuttosto chiaro.Il 42,5% dei pensionati italiani (6,5 milioni di persone), ha unreddito da pensione inferiore ai 1.000 euro. E in particolare il 12% ha un reddito sotto i 500 euro al mese. Ed è per questo motivo che Boeri ha dichiarato che l'immobilismo del governo è grave e che sarebbe stata auspicabile una nuova e definitiva riforma delle Pensioni. Gi attuali interventi selettivi non hanno fatto altro che creare delle diversità di trattamento e, in assenza di correttivi, si andrà incontro a misure parziali e molto costose.
Si spera quindi che, come promesso dal Premier Renzi, nel 2016 venga varata questa benedetta riforma.
La riforma Fornero
La riforma in numeri si traduce nel 2014 in 560.000 pensioni erogate con un decremento, rispetto all'anno precedente, sia nel numero sia nell'importo complessivamente erogato. Anche le nuove pensioni di vecchiaia diminuiscono del 12% mentre l'eta pensionabile cresce dai59,7 anni tra i dipendenti privati, ai 61,3 anni tra i dipendenti pubblici e a 60,2 tra i lavoratori autonomi. Anche per le pensioni di vecchiaia cresce l'età media tra i64,9 anni nel settore privato e i 65,3 anni nel settore pubblico. Il Bilancio dell'INPS è ancora in rosso e a fronte di uscite per 431 miliardi di euro il totale delle entrate è stato di 424 miliardi.Il saldo tra entrate ed uscite è pari a -7 miliardi.
Conclusioni
La manovra, come si è visto, è stata partorita da una legge che continua a mietere vittime. Aver messo un tappo e dei limiti allungando l'età pensionabile ha solo posticipato il problema perché nei prossimi anni i nodi verranno al pettine. Tutti coloro i quali non sono potuti andare in pensione ci arriveranno in massa e il ricambio generazionale, che doveva servire a creare nuovi posti di lavoro, è stato notevolmente penalizzato.
Ma le promesse di Renzi avranno realmente una conferma o il 2016 sarà ancora un anno di transizione? L'on. Damiano insiste nello spiegare che la flessibilità è più vantaggiosa per il governo e per i lavoratori ma il Premier, che avrebbe dovuto sponsorizzare la riforma, continua a glissare. Anche Boeri è convinto della cosa ma chi dovrebbe condividerla si accontenta di ridurre le tasse sulle case. E i lavoratori ormai stufi stanno aspettando il momento delle elezioni per far capire che il vento sta cambiando e, se i partiti non lo comprendono, dovranno prenderne atto per forza.