Orizzonte Scuola ha fatto una lunga intervista a Ferdinando Imposimato dove sono stati toccati diversi temi; dalla valutazione dei docenti all'alternanza scuola – lavoro, soffermandosi sulle iniziative di contrasto alla legge 107. Nel suo esordio l'ex giudice della Consulta elogia i docenti chiamandoli 'eroi della democrazia', stante il perdurare dell'inosservanza della sentenza europea del 24 novembre scorso da parte dello stato italiano che si ostina a non voler riconoscere il diritto alla stabilizzazione. Del resto, come è stato riportato anche da questa testata on line, l'Italia detiene il primato della violazione dei diritti umani.

Ma i sentimenti di rabbia e sgomento non devono offuscare la lucidità di ragionamento dei docenti onde poter saggiamente condurre un opportuno contrasto alla legge 107.

La strada dei tribunali

Manca purtroppo una legge che sani anni di vacanze normative prodotte dal disinteresse della politica. Il mancato recepimento della normativa comunitaria 70/1999, dice Imposimato, ha costretto i docenti a ricorrere ai tribunali per vedersi riconoscere il diritto alla stabilizzazione. Questa è sicuramente la prima strada da battere per ottenere la dichiarazione di incostituzionalità di cui è infarcita l'intera legge, andando presso il TAR e davanti al giudice ordinario. In queste sedi andranno eccepiti i vizi di incostituzionalità per i quali la Corte Costituzionale dovrà essere chiamata ad esprimersi.

La via referendaria

Richiamandosi al pensiero di Aldo Moro che riteneva preminente la funzione sociale detenuta dall'insegnamento nella formazione dei giovani, Imposimato esalta il primato della figura del docente nell'educazione e nell'istruzione delle future classi dirigenti. Per questo motivo non si può rimanere spettatori passivi di fronte ad una riforma che umilia i docenti e ne limita la libertà d'insegnamento sancita dalla Costituzione.

Ma per ripristinare una scuola democratica va bene il ricorso allo strumento del referendum, purché venga preparato con un attento studio dei punti perché non si può abrogare l'intera legge. I docenti dovrebbero avere una parte cospicua nella formulazione dei questi perché sono i migliori conoscitori dei problemi della scuola.