In questi giorni di inizio ottobre, come ogni anno, l’Inps è presa d’assalto da un considerevole numero di domande di disoccupazione per via del termine della stagione lavorativa estiva. I dubbi sono sempre gli stessi, la Naspi non ha pace e non da pace a coloro che la richiedono. Un primo problema sono i tempi di erogazione, lunghi e non motivati da parte dell’Istituto di Previdenza. L’attesa media supera i 50 giorni e per molti disoccupati alle prese con i costi della vita e le scadenze, è un bel problema. Altro grave problema è la Naspi nel vero senso della parola, dal punto di vista delle modalità di calcolo della prestazione che ha di fatto penalizzato alcune categorie di lavoratori.

Stiamo parlando di quei soggetti che durante l’anno lavorativo hanno contratti saltuari, che non lavorano sempre come gli stagionali ed i precari in genere.

La durata del sussidio si è ridotta?

Il problema di fondo sta nei periodi che devono essere presi in considerazione per calcolare sia la durata che l’importo del sussidio. Prima della Naspi, quando il sussidio si chiamava Disoccupazione Ordinaria, Requisiti Ridotti ed infine Aspi, i periodi utili ai fini del calcolo erano quelli del biennio precedente la richiesta. Con l’entrata in vigore della Naspi il periodo di osservazione si è allungato ai 4 anni precedenti così da erogare il sussidio per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio.

Ottima notizia per tutti i lavoratori, se non fosse che una postilla della nuova normativa dice che dal computo delle settimane non vanno calcolate le settimane che negli anni passati sono state utilizzate per altre indennità di disoccupazione. Così a rimetterci sono gli stagionali ed i precari che lavorando solo per alcuni mesi all’anno hanno già sfruttato, per esempio, la ASPI o MINI ASPI negli anni passati.

Per esempio, un lavoratore del settore turistico che ha lavorato sempre per 6 mesi all’anno nell’ultimo quadriennio, otterrà una NASPI di appena 3 mesi quest’anno. Gruppi di protesta, sindacati mobilizzati e polemiche hanno spinto il Governo a provare a metterci una pezza, ma non tutti sono contenti.

Ma non c’era una circolare INPS che tutelava gli stagionali?

Negli ultimi giorni si è fatto un gran vociferare su una salvaguardia concessa agli stagionali che almeno per quest’anno non avrebbero avuto penalizzazioni nel percepire il sussidio. L’applicazione degli ultimi decreti attuativi del Jobs Act, quelli per il riordino degli ammortizzatori sociali, ha di fatto dato una mano ai lavoratori del settore turistico. Il primo bonus è per coloro che hanno lavorato almeno 6 mesi nel 2015: a questi il governo ha concesso la possibilità di includere nel calcolo dell’assegno di disoccupazione, un bonus di 52 settimane di contributi. In pratica, invece di calcolare i contributi versati solo nel quadriennio, si considerano le settimane lavorate a partire dal 2011.

Inoltre piena tutela a coloro che hanno ottenuto nel 2012 l’indennità con requisiti ridotti e che hanno lavorato meno di 6 mesi nel 2011: lo scomputo varrà solo per le settimane di fruizione del sussidio che rientrano nel quadriennio di riferimento, ma verranno inseriti i periodi del 2011. Sembra quindi che sia andato tutto a posto, ma circolare INPS che non c’è, stagionali a cui vengono concesse solo poche settimane di Naspi nonostante la salvaguardia, ricorsi in arrivo e così via non creano una situazione agevole. Ma non era meglio lasciare la Aspi, o meglio ancora le vecchie Ordinarie e Requisiti Ridotti?