Cominciano a disporsi sul tavolo le pedine della delicata partita a scacchi che la politica sembra voler giocare sul tema della riforma previdenziale e dell'introduzione di nuovi meccanismi flessibili nell'accesso all'Inps. Uno scenario che risulta fonte di grande preoccupazione per una platea molto vasta di lavoratori e di disoccupati in età avanzata, persone impossibilitate a ricollocarsi nel mercato a causa della crisi economica e tagliate fuori dalle altre tutele di welfare di natura pensionistica. L'ultimo colpo di scena in ordine di tempo è quello verificatosi nella seratadi ieri, quando il Premier Matteo Renzi durante un intervento su Rai Tre ha messo le mani avanti, rimandando ogni possibile intervento di riforma strutturale al prossimo anno.

Una vera e propria doccia fredda per coloro che si attendevano un riscontro già a partire dalla legge di stabilità 2016, in approvazione entro la fine dell'anno. Eppure i segnali giunti finora dal Parlamento erano diversi e sembravano far presagire l'arrivo di una soluzione almeno parziale al problema del disagio previdenziale.

Riforma pensioni: la legge di stabilità 2016 sarà un confronto tra Governo e Parlamento

Visti i presupposti, sono in molti ora a chiedersi cosa succederà in Parlamento, quando si arriverà al nodo degli interventi previdenziali durante la discussione della legge di stabilità 2016. Secondo l'Istat, sarebbero quasi 2 milioni le persone tra i 58 e i 63 anni vicine all'età di uscita dal lavoro e in attesa di un intervento di flessibilità da parte del legislatore.

Una platea che la politica sembrava voler intercettare vista la pressione giunta nelle ultime settimane dal Parlamento per la creazione di una misura strutturale di flessibilità e di un nuovo meccanismo di pensionamento anticipato che potesse rimediare almeno parzialmente alla rigidità creata dalla legge Fornero. L'esigenza è sentita ormai come improrogabile dai potenziali destinatari, anche considerando che molti di loro hanno scontato quattro anni di disagio sociale e si trovano ormai prossimialla soglia di povertà.

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