Dopo la fase A e B, parte la fase C del provvedimento “Buona Scuola” che porterà 10mila contratti per posti vacanti e disponibili. La prima fase prevedeva l’immissione in ruolo di 36.627 docenti così ripartiti (21.880 su posti comuni, per cessazioni dal servizio,14.747 su posti di sostegno).
Per la Fase B era prevista la copertura di ulteriori 10.849 posti comuni e di sostegno vacanti e disponibili. La fase C, invece riguarderà l’organico di potenziamento dell’offerta formativa: ovvero 55.258 nuovi maestri e professori che si dividono in 48.812 posti comuni e 6.446 posti per il sostegno.
In breve questi nuovi maestri e professori saranno messi a disposizione delle singole scuole o di una rete di scuole per attività come la valorizzazione e il potenziamento delle competenze linguistiche, logico-matematiche e scientifiche, della musica e dell’arte, delle discipline motorie, delle competenze digitali e laboratoriali, ma anche per la lotta alla dispersione scolastica e al bullismo, per l’inclusione degli alunni disabili. La recente Circolare 30549 del Miur sull'organico di potenziamento spiega appunto come funzionerà la procedura.
Cosa prevede la Circolare 30549 sull'organico di potenziamento?
La circolare disciplina in primis i termini entro cui gli istituti scolastici potranno individuare le figure professionali di cui la scuola ha bisogno e che confluiranno appunto nella fase C delle immissioni in ruolo.
Come recita la Circolare: "le istituzioni scolastiche autonome si attiveranno nell'immediato per definire le proposte di fabbisogno dal 10 al 15 ottobre, individuando in ordine di preferenza tutti i campi di potenziamento".
Questo dovrebbe in teoria risolvere molte criticità che presidi, docenti e sindacati stano affrontando.
Il Miur infatti introduce quale criterio di scelta quello che si basa su una serie di campi corrispondenti alle aree disciplinari degli insegnamenti. Per le scuole del secondo ciclo sono stati individuati 7 campi di aree disciplinari, per il primo ciclo 6.
Le nomine e le assegnazioni dei docenti non arriveranno prima del 20 novembre.
Il rischio che molti presidi e docenti paventano però, è quello di trascurare il bagaglio di competenze dei singoli professori, che si troveranno a insegnare materie diverse da quelle per cui sono abilitati. Ed è per questo che proprio perchè le richieste delle scuole potrebbero non combaciare perfettamente con il personale disponibile, alcuni posti potrebbero non venire coperti.
Resta poi il problema dei precari, quelli esclusi dalla riforma, (che non rientrano in quelli storici), che quest'anno continueranno ad essere utilizzati come supplenti perché i 100mila neoassunti delle graduatorie provinciali non basteranno a coprire le esigenze di tutte le scuole italiane. Costoro infatti proprio perché non rientreranno nel piano delle assunzioni per l'a.s. 2015/16, dovrenno aspettare un nuovo concorso per conquistare una cattedra definitiva, rimendo in ogni caso nella Gae e nella I e II fascia delle graduatorie d'istituto.