Come sul Jobs act e la legge Buona Scuola anche sulla riforma pensioni il premier Matteo Renzi ci mette la faccia e assume nuovi impegni dopo le promesse disattese in ben due manovra finanziaria. Tornando a parlare degli interventi necessari a consentire ai lavoratori di andare in pensione prima rispetto ai 66 anni richiesti dalla legge Fornero, dopo aver escluso le misure per la flessibilità dalla manovra di bilancio, "sono pronto a chiuderla - ha detto oggi il presidente del Consiglio - nel giro di pochi mesi. Ma non - ha sottolineato - in modo raffazzonato".

Pensioni, intervento in pochi mesi ma non riforma raffazzonata

In effetti, l'idea trasmessa finora è stata che la riforma Pensioni si stia tentando di farla a scaglioni, con misure non organiche e strutturali che a seconda dei casi si affrontano, anche se ancora non sono arrivate le soluzioni né per gli esodati né per i docenti e il personale Ata della cosiddetta Quota 96 scuola. Nessuna novità per i lavoratori precoci e nemmeno per quelli sottoposti a lavori usuranti. La proroga dell'opzione donna, secondo quanto si è appreso ieri sera da Palazzo Chigi a margine del consiglio dei ministri preliminare, dovrebbe essere inserita comunque nella finanziaria, così come la copertura per l'adeguamento delle pensioni al costo della vita, come stabilito dal decreto legge emesso dopo la sentenza della Consulta sul combinato tra legge Fornero e decreto Salva Italia.

Sulla questione previdenziale Renzi si muove con prudenza e molta cautela. "Sono molto preoccupato - ha detto il premier e leader del Pd - di non fare quello che è stato fatto in passato su un tema delicatissimo".

Flessibilità in uscita dal lavoro, il premier: coinvolgeremo l'Inps

Ma l'esecutivo non ha accantonato la questione pensionistica che resta in agenda per il 2016.

"C'è una discussione aperta - ha spiegato oggi Renzi ai microfoni di Rtl 102.5 - e si stanno facendo i conti, ma non si deve fare - ha aggiunto - una cosa raffazzonata". Il primo ministro due giorni fa su Rai 3 aveva spiegato che il governo non ha ancora trovato la soluzione che metta insieme le aspettative de lavoratori e la salvaguardia della finanza pubblica.

Dunque la riforma pensioni "si fa quando siamo sicuri. I pasticci in passato - ha aggiunto Renzi - hanno provocato danni e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze". Confronto con i sindacati? Il presidente del Consiglio per la "concertazione" sulla flessibilità in uscita sembra voler avviare un confronto, tramite l'Inps, con i lavoratori che sperano di andare in pensione. "Faremo partire con l'Inps - ha spiegato - un grande lavoro di coinvolgimento degli interessati. Conto di chiudere - ha aggiunto mettendoci ancora una volta la faccia - nell'arco di pochi mesi".