L'obiettivo sarà quello di rafforzare quanto l'alunno sa e può fare e non ciò che non potrà mai fare in relazione alla propria condizione di disabilità. È quanto emerso dalla nuova proposta di riforma sul sostegno , che mira all'inclusione e all'integrazione all'interno di un contesto sociale quale è la classe con il fine di preparazione alla vita al di fuori della Scuola. Non tutte le disabilità sono uguali e per questo motivo si necessita di insegnanti che non siano prepararti per affrontare la 'disabilità' nella sua forma più generarle, trovandosi molto spesso a improvvisare, che ne conoscano i dettagli, gli effetti e le forme, mezzi fondamentali per il raggiungimento di quello che 'è possibile' fare' e non ciò a cui non si arriverà mai, proprio per l'effetto della disabilità.

Nel documento si specifica come le diverse tipologie di disabilità debbano essere affrontate con gli strumenti ottenuti grazie alla formazione del docente e all'intensificazione del rapporto con le famiglie.

I 4 punti principali della riforma sul sostegno

Sono quattro i punti principali sui quali verte la bozza della riforma sul sostegno e che fanno leva sulla formazione degli insegnanti sulle attività di sostegno e sulla continuità didattica durante il ciclo di istruzione, sia questo della scuola primaria o secondaria di I grado, a cui quest'anno abbiamo assistito ad una riduzione dei casi in cui il sostegno è stato assegnato, e in maniera particolare all'uscita dalla scuola media. In base alla bozza, il docente di sostegno potrebbe non subire più gli ordinari ritardi - come in quest'anno scolastico in corso - nella nomina di settembre e ottenere un contratto che permetta di seguire tutto il percorso del bambino/ragazzo affidato.

Dall'altro lato, l'insegnante di sostegno dovrà specializzarsi maggiormente sulle forme di disabilità che potrebbero capitargli. Proprio quest'anno era stato rilevato dalla Fish (Federazione Italiana per il superamento dell'Handicap) la presenza di circa35mila insegnanti con incarico sul sostegno che non avevano mai frequentato un percorso di formazione/specializzazione.Il secondo punto è legato alla tutela dei diritti degli alunni con disabilità che vanno dall'istruzione in relazione alle proprie capacità e predisposizioni e sociali, miranti all'inclusione e integrazione nel contesto classe.

Il terzo punto della riforma sul sostegno ricerca delle soluzioni atte al miglioramento dell'organizzazione territoriale; il quarto punto tocca il rapporto insegnanti-scuola-alunno, forse tra i più importanti e di necessaria attuazione a garanzia del raggiungimento degli obiettivi minimi, studiato nel P.E.I (Piano Educativo Individualizzato).

Sotto il tweet del Miur sul quinto tavolo di formazione accesso docenti all'insegnamento:

Fish e Giannini sostengono la riforma

In relazione a quanto dichiarato da Faraone, il miglioramento/avvicinamento dei rapporti con le famiglie è utile anche per garantire continuità educativa e responsabilità, come per esempio la somministrazione dei farmaci durante le ore della scuola. La riforma sul sostegno non permette di effetti di modificare nulla nel ruolo dell'insegnante di sostegno, ma si presenta come un punto cardine e guida per l'inclusione e integrazione del soggetto disabile - e del suo stesso insegnante - nella scuola, troppo spesso considerato di serie B, e non con gli stessi diritti del docente titolare o supplente.

Un testoelaborato dalla Fishe sostenuto dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e dallo stesso partito democratico, che la considera una vera e propria rivoluzione. Vediamo però se la bozza della proposta sarà accettata in tutti i suoi punti e se avrà l'effetto di migliorare la condizione degli alunni affetti da diversi tipi di disabilità, quali problemi di apprendimento o fisici, oltre che alla posizione degli insegnanti di sostegno. Voi cari docenti che cosa ne pensare? Seguiteci 'cliccando su segui'e/o votate la news per restare aggiornati sulla scuola.