Mentre il Governo è alle prese con lo studio di una soluzione per consentire più flessibilità in uscita, è comunque già possibile individuare alcune soluzioni per accedere alla pensioneanticipata.

Staffetta Generazionale

Una prima possibilità è rinvenibile nella c.d. staffetta generazionale: ovvero, i lavoratori che possono vantare almeno 20 anni di contributi e che, al tempo stesso, sono destinatari di contratti di solidarietà espansiva e maturano entro due anni il requisito anagrafico dell’età pensionabile (uomini: 66 anni e 3 mesi fino al 2015, e 66 anni e 7 mesi dal 2017), possono ridurre l’orario lavorativo almeno part time e inoltrare richiesta all’Inps di una quota di pensione pari alla differenza retributiva persa con la riduzione dell’orario lavorativo.

Altre forme di flessibilità

L’accesso alla pensione anticipata, indipendentemente dal raggiungimento dell’età, è attualmente possibile per le donne con 41 anni e 6 mesi di contributi versati; per gli uomini, con 42 anni e 6 mesi. Dal 2016 al 2018, si aggiungono 4 mesi in più sia per gli uomini che per le donne.

Inoltre, solo alle sole lavoratrici è consentito andare prima in pensione grazie all’Opzione Donna(una forma sperimentale prevista dalla L. 2433/2004, art. 1, comma 9). Con questa opzione è possibile accedere alla pensione con 57 anni e 3 mesi (lavoratrici dipendenti) oppure con 58 anni e 3 mesi (lavoratrici autonome), almeno 35 anni di contributi versati ed un’attesa per la finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, e di 18 mesi per quelle autonome.

Inoltre, la pensione è di ridotta perché viene calcolata con il sistema contributivo e non con quello misto. Malgrado la penalizzazione del trattamento pensionistico possa arrivare al 30%, è stata molto richiesta negli ultimi anni. L’Inps ha precisato che la richiesta di accesso al trattamento pensionistico è subordinata al raggiungimento dei requisiti entro dicembre 2014, in modo tale che l’assegno pensionistico decorra entro dicembre 2015.

Tuttavia, in attesa di decisioni da parte del Governo, l’Inps ha stabilito che le domande di pensione inoltrate dalle lavoratrici che maturano i requisiti nel 2015, e la decorrenza della pensione si sposterebbe successivamente, non devono essere respinte ma tenute in evidenza.

Lavori usuranti & aziende con esuberi

La terza ipotesi che permette di andare in pensione in anticipo è per chi svolge attività usuranti, i quali possono accedere alla pensione con il sistema delle quote: per quest’anno la quota è di 97,3.

Ultima soluzione di flessibilità in uscita è possibile per chi lavora in aziende con più di 15 dipendenti, alcuni dei quali in esubero. A seguito di una intesa con i sindacati, ai dipendenti cui mancano massimo 4 anni per maturare i requisiti pensionistici per la pensione di vecchiaia o anticipata, è consentito il ritiro dal lavoro. Essi riceveranno una pensione, definita "sospensione", a carico dell’azienda che, nel frattempo, continuerà a versare i contributi mancanti.