Con il prossimo concorso nella Scuola scomparirà l’insegnante che, oltre ad essere specializzato nella sua materia, ha anche l’abilitazione al sostegno. Si tratterà diuna vera e propria riforma che, però, riguarderà anche i docenti di insegnamento comune e gli altri dipendenti della scuola: tutti dovranno avere le qualifiche di base sul sostegno ai disabili e dovranno, perciò, frequentare dei corsi definiti.

Il concorso, che con ogni probabilità verrà bandito entro il prossimo 1° dicembre, rappresenterà il canale ideale per attuare la riforma: infatti prevederà delle prove specifiche sul sostegno.

Scuola, il sostegno è la scorciatoia per la cattedra di insegnamento comune?

L’obiettivo, come confermato dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, è quello di evitare la pratica per la quale i docenti utilizzano il sostegno per arrivare all’assunzione e, nel momento in cui scadono i cinque anni di vincolo, chiedano di trasferirsi nella materia curriculare per la quale sono abilitati. L'idea sulla quale si sta lavorando è quella di allungare il vincolo a dieci anni.

Il prossimo concorso avrà, quindi, un bando ad hoc per il sostegno: i candidati accederannoal ruolo solo attraverso un percorso dedicato.

Docenti e sostegno: copresenza o coordinamento esterno?

Quale sarà, dunque, il ruolo del docente comune rispetto al sostegno?

Resterà in classe in copresenza, oppure coordinerà da fuori?

Il dubbio è sciolto da Faraone: “La decisione spetterà a ciascun istituto che dovrà progettare l’offerta formativa triennale nella quale rientra anche il programma di inclusione. Gli insegnanti di sostegno dovranno, però, continuare a occuparsi in classe degli alunni disabili e in questo si dovranno coordinare coni docenti”.

Un primo step di questo obiettivo sarà rappresentato proprio dal concorso: il sostegno non rappresenterà più un trampolino di lancio per arrivare, poi, all’insegnamento comune. Una sorta di scorciatoia.

Fare il docente di sostegno è una scelta, non un trampolino

Ma molti degli insegnanti non sono d’accordo. Daniela Boscolo, docente presso l’Istituto Colombo di Porto Viro, intervistata da "Il Messaggero", infatti afferma: “Le carriere di insegnamento curriculare e del sostegno non devono essere divise.

L’insegnante, infatti, ha già le competenze necessarie per conoscere i problemi di una classe e quali metodologie intraprendere”.

La soluzione sta nel mettere al posto giusto i docenti di sostegno giusti, dividendoli per aree disciplinari. “Un docente proveniente dall’area umanistica, ad esempio – continua la Boscolo – serve più ad un liceo classico che ad un istituto tecnico, perché la sua presenza può dare maggiori risultati sulle discipline fondamentali”.