Il Ministro del lavoro punta il dito control'attuale sistema lavorativo e pensionistico, commentando le contraddizioni presenti nell'apparato produttivo e nel welfare italiano. "Questo Paese ha mandato a fare i lavori socialmente utili i ragazzi e tiene a lavorare le persone che hanno 70 anni": lo afferma Giuliano Poletti durante un suo intervento a Napoli, spiegando che questa "logica" va cambiataripristinando il meccanismo del turn over e rivedendo il concetto del lavoro in età avanzata secondo i principi "dell'invecchiamento attivo". Chiaramente, i meccanismi insiti nel lavoro e nell'accesso alla previdenza si scontrano ora con la rigidità del sistema, che non fa troppe differenzetra lavori e lavoratori diversi, soprattutto nella fascia di età che va dai 50 ai 70 anni.
Occorre pertanto un intervento in grado di sciogliere finalmente questonodo, che risultastrettamente connessoanche a quello della flessibilità in uscita dal lavoro.
Riforma delle pensioni, si punta a nuovi meccanismi di pensionamento nel 2016
Stante la situazione, appare chiaro che per poter rimediare è necessario affrontare il tema della flessibilità previdenziale, una riforma sulla quale fare leva per riavviare il turn over e far ripartire il lavoro giovanile. "Nel 2016 saremo in grado di fare una proposta sulla flessibilità in uscita" spiega il Ministro Poletti, che al momento adduce a problemi di contabilità dello Stato per spiegare l'attuale situazione di stallo riguardantele tante vicende didisagio rimaste irrisoltenel campo previdenziale.
D'altra parte, tra i paletti che il Governo si pone per poter aprire alla flessibilità non c'è solo la tenuta dei conti, ma anche quella della dignità sociale, visto che "eventuali ritocchi dovranno essere compatibili" con entrambe le esigenze. Una considerazione che per Polettihafinora frenato le soluzioni tropposemplici, poiché"avrebbero rischiato di essere ingiuste".
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