A dire la sua sulla riforma pensioni 2015 è sceso in campo Tito Boeri, il numero uno dell’Inps. Intervistato a In mezz’ora, il programma di Raitre condotto dalla Annunziata il presidente Inps non ha dubbi: “va fatta un’ultima riforma delle pensioni” ma senza mai dimenticare la sostenibilità sociale, ha detto. Il presidente è sembrato soddisfatto dell’inserimento di alcune proposte nella legge di Stabilità, specie quelle relative all’assistenza sociale, mentre sul piano della previdenza –commenta amaro- “sono state fatte altre scelte”. Nel corso della trasmissione il presidente è intervenuto anche sul tema esodati prima di lanciare una rassicurazione per tutti: “il bilancio dell’Inps è molto grande […] ma i pensionati dovrebbero preoccuparsi solo in caso di fallimento dello Stato.

Il problema è se lo Stato fallisse, ma finché resteremo nell’euro non accadrà”.

Riforma pensioni rimandata al 2016, preoccupano gli esodati

Il Presidente Boeri si è mostrato molto deluso dalla manovra finanziaria di quest’anno e non ha nascosto come tra le poche note positive vi siano solo alcuni punti in materia di assistenza, in linea con la proposta di introdurre un sistema di reddito minimo garantito. Riguardo alla riforma pensioni Boeri non si è sbilanciato più di tanto, limitandosi a ribadire l’impegno a riprendere il tema nel 2016 con alla base una ferrea attenzione alla flessibilità in uscita. Di più immediata preoccupazione resta invece il tema degli esodati per cui la settima salvaguardia avrà un costo di circa 1,5 miliardi di euro.

Un provvedimento atteso da tempo nell’ambito della riforma pensioni, ma lo stesso Boeri è apparso preoccupato da una platea in continuo allargamento, come egli stesso non ha mancato di sottolineare e “la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio” ha aggiunto.

Per il presidente Inps una soluzione al nodo esodati potrebbe essere, come per la riforma pensioni, la flessibilità in uscita “equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni”, con una pensione più bassa a chi esce prima dal lavoro. La cruciale per Boeri la questione dei “veri esodati”, i lavoratori delle piccole imprese che, scoperti da qualsiasi accordo, si sono ritrovati senza lavoro e senza reddito alla soglia della pensione.

En passant Boeri si è soffermato anche sulla questione vitalizi dei politici, rinnovando la proposta Inps circa la riduzione fino al 50% degli assegni oltre 80-85 mila euro all’anno, ipotesi avanzata a giugno e malgrado la piccola estensione dei destinatari (circa 200mila persone) non ha trovato attuazione.