Anche se sono stati respinti, bocciati, "umiliati", ritirati "gli emendamenti e gli odg del Pd del Senato sui temi sociali vanno tutti nella giusta direzione". Così il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, smorza i toni dell'acceso confronto sulla riforma Pensioni, si dice fiducioso nel passaggio del disegno di legge Stabilità 2016, rivendica la bontà e la qualità degli emendamenti della minoranza dem, e sollecita ancora una volta nuovi interventi per flessibilizzare l'uscita dal lavoro e garantire a tutti, seppur in cambio di lievi penalizzazioni sugli assegni, l'accesso a nuove soluzioni per la pensione anticipata.

Finanziaria 2016, Damiano: bene direzione Pd su questioni sociali

"Questo impegno - ha detto in una nota Cesare Damiano - dovrà continuare alla Camera nel confronto sulla legge di stabilità. A partire - ha sottolineato - dal tema delle pensioni". Sul capitolo pensioni l'esecutivo e la commissione Bilancio, in piena sintonia, hanno fatto strage a Palazzo Madama degli emendamenti del Pd e di Ap e quelli delle opposizioni. A salvarsi - "paradossalmente" - l'ordine del giorno del M5s di Beppe Grillo che impegna l'esecutivo a trovare una soluzione per le pensioni dei docenti Quota 96 scuola, odg che ha avuto il via libera nei giorni scorsi col parere positivo del governo. Ieri respinti, considerati inammissibili o ritirati per il parere contrario dell'esecutivo tutti gli emendamenti relativi alle pensioni, niente modifiche alla manovra di bilancio a Palazzo Madama su esodati, opzione donna, no tax area, prepensionamenti col part-time.

Bloccati in questa fase per mancanza delle necessarie coperture finanziaria anche l'emendamento del Pd a prima firma Santini sul prestito previdenziale e anche la proposta simile di Ap a prima firma Sacconi.

Pensioni, il governo rinvia modifiche su opzione donna ed esodati

Nel riconfermare che comunque gli emendamenti e gli ordini del giorno del Partito democratico saranno ripresentati alla Camera, oltre alle modifiche sul provvedimento sulla proroga dell'opzione donne, sulla settima salvaguardia esodati, sull'allargamento della platea dei beneficiari della no tax area per i pensionati e sulla possibile introduzione di nuove formule di prepensionamento, Damiano illustra ancora una volta il "manifesto" per la riforma pensioni possibile della minoranza del Pd.

"Il nostro obiettivo per il 2016 - ha sottolineato il presidente della commissione Lavoro pubblico e provato di Montecitorio - sarà quello di introdurre nel sistema pensionistico la flessibilità in uscita". Il deputato di "Sinistra è cambiamento" rilancia dunque "la proposta di legge presentata da alcuni parlamentari - ha detto - del Pd già nella scorsa legislatura".

Si tratta del ddl che prevede l'accesso alla pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e penalità decrescenti a partire dai 62 anni che diminuiranno se si opterà invece per l'uscita dal lavoro a 63, 64 o 65 anni. Damiano non perde l'occasione per contestare il piano per la riforma pensioni illustrato dal presidente dell'Inps Tito Boeri che prevede insieme a nuove forme di flessibilità in uscita anche pesanti tagli alle pensioni alte e ai vitalizi dei politici. "Restiamo contrari - ha spiegato il parlamentare della minoranza del Pd - al ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni in essere. Una misura - ha ribadito Damiano - che crea allarme sociale e che colpirebbe le pensioni medio-basse".