Il sindacato autonomo della Scuola Anief ha presentato 2000 ricorsi per chiedere l’assegnazione del bonus di 500 euro anche per gli insegnanti supplenti, in aspettativa e per il personale ATA, sia di ruolo che supplenti.

Il bonus di 500 euro per l’aggiornamento si sta rivelando uno dei punti più discriminanti e, per questo, controversi della riforma ‘la Buona Scuola’ voluta dal ministro Giannini e dal premier Renzi. Anief contesta la disparità di trattamento, all’interno del comparto dell’istruzione, di alcune categorie in merito all’assegnazione del bonus per il quale, a due mesi dalla sua distribuzione, ancora non sono stati chiarite le modalità di rendicontazione.

Anief: bonus 500 euro è un diritto per supplenti e ATA, assistenza gratuita per i ricorsi

Secondo il presidente Anief, Marcello Pacifico, è stato illegittimo e discriminante aver escluso dal bonus di 500 euro per l’aggiornamento gli insegnanti con supplenza annuale o breve, oltre che tutto il personale ATA, sia di ruolo che supplente. Nel caso di questi ultimi, ricorda Pacifico, si è trattato di una palese violazione dell'obbligo di formazione in servizio per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, previsto dalla stessa legge 107/15 (la riforma Giannini/Renzi).

A sostegno della tesi, Anief cita anche la direttiva europea 70/1999 che invita i Paesi membri dell’Unione Europea a non discriminare categorie di lavoratori all’interno dello stesso settore.

Per questo motivo, Anief ha deciso di patrocinare gratuitamente tutti i dipendenti scolastici esclusi dal decreto Miur 32313 del 23 settembre 2015 che intendono fare ricorso per accedere anch’essi al bonus di 500 euro, raccogliendo, finora, oltre 2000 adesioni.

Rendicontazione della spesa del bonus 500 euro: a rischio i rimborsi?

Il segretario di Anief coglie l’occasione della presentazione dei ricorsi per sollecitare il Miur a fornire precise indicazione in merito alle regole di rendicontazione del bonus già assegnato per l’anno scolastico 2015/2016. Come è noto, infatti, dall’anno prossimo il bonus per l’aggiornamento sarà erogato attraverso una card ricaricabile che permetterà il controllo delle spese ammissibili, ma in questo primo anno di istituzione, si è ricorso ad una erogazione con la busta paga di ottobre, con l’obbligo di rendicontazione entro il 31 agosto 2016.

Il problema nasce dal fatto che non tutte le spese considerate ammissibili possono essere ricondotte al docente beneficiario del bonus. Ad esempio, mentre per l’acquisto di hardware o di corsi di formazione sarà possibile presentare una ricevuta nominale, lo stesso non potrà essere fatto per altre spese ammissibili come l’acquisto di libri o i biglietti per cinema, teatro e mostre.

Il rischio concreto, secondo Anief, è quello che in mancanza di regole di rendicontazione del bonus precise, molte spese, pur legittime, possano non essere considerate valide a causa della difficoltà di verificare la veridicità della spesa. Il rischio della beffa, insomma, è dietro l’angolo.