La legge di Stabilità 2016 incide sulla riforma Fornero in quanto permetterà di far scattare nel nuovo anno requisiti anagrafici maggiori per accedere alla pensione e inciderà anche sull’importo dell’assegno pensionistico. Tra le tante novità previste con la finanziaria 2016, oltre all’allungamento dell’età pensionabile in relazione alla speranza di vita, in ambito previdenziale la legge di Stabilità introduce anche un particolare regime ‘part time pre-pensione’, che consente ai lavoratori interessati di ridurre l’orario di lavoro beneficiando però sempre del versamento della contribuzione figurativa piena, anche per le ore non lavorate.
In aggiunta, il lavoratore che accetta questa ‘opzione’, riceverà dal proprio datore di lavoro una retribuzione non gravata da oneri fiscali né previdenziali.
Requisiti per richiedere il part time pre-pensione
Questa opportunità è riservata soltanto ai lavoratori del settore privato con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Inoltre devono sussistere i seguenti requisiti:
- entro la fine del 2018 devono aver maturato il diritto alla pensione di vecchiaia;
- aver maturato i requisiti contributivi minimi;
- ridurre l’orario di lavoro con un part time tra il 40% ed il 60% per un periodo non superiore tra la data di concessione del suddetto beneficio e il momento in cui può accedere alla pensione.
Per beneficiare di questa opzione, è necessario stipulare uno specifico accordo con il datore di lavoro, il quale deve altresì inviare all’Inps e alla direzione territoriale del lavoro l’accordo stipulato: le modalità di trasmissione saranno rese note con decreto del ministero del lavoro entro il 1 marzo 2016.
Tuttavia, fino ad allora sarà la Dtl ad autorizzare la riduzione dell’orario di lavoro ed il beneficio viene concesso dall’Inps fino al raggiungimento delle risorse economiche stanziate per questà novità (60 milioni nel 2016 e nel 2018, 120 milioni nel 2017).Per la contribuzione figurativa, la legge di Stabilità 2016 rinvia espressamente all’art. 41 comma 6 del Dlgs n. 148/2015 che ha introdotto i contratti di solidarietà espansiva.