Con la recente revisione delle classi di concorso, un altro tassello è messo per l’avvio dell’attesissimo concorso Scuola 2016: tempo ancora qualche giorno e finalmente si avrà anche il bando, atteso entro la prima settimana di febbraio. Mentre inizia la frenetica ricerca dei programmi da studiare per affrontare il concorso, i numeri parlano chiaro: a diventare di ruolo sarà soltanto un insegnante su tre. Quale sarà il futuro di questi docenti che ancora una volta dovranno rinunciare alla sperata stabilizzazione?

Precari e docenti della primaria i più colpiti dalle selezioni

L’interrogativo non è da poco del resto, con 63mila posti a concorso e una partecipazione prevista di circa 200mila docenti, moltissimi più o meno preparati dovranno rimboccarsi le maniche e ripartire. Sulla questione poco tempo fa si è sollevato un polverone, sul quale è intervenuta l’Onorevole Ghizzoni a chiarificare il tutto. La forbice tra aspiranti e vincitori colpirà in misura maggiore i candidati per la primaria, meno quelli della secondaria e quasi per nulla il sostegno, ha rassicurato l’Onorevole. Lo scenario per questi docenti che rimarranno fuori dai posti messi a concorso non sarà dissimile da quello attuale: continuerà la vita di precariato delle supplenze che la Legge 107 riserva agli abilitati in attesa del prossimo concorso Scuola.

Tempistiche troppo ristrette, l’appello al Ministro Giannini

Su questo fronte non mancano le polemiche: le indiscrezioni diffuse nei giorni scorsi circa le prove parlano di conoscenza di lingua straniera almeno a livello B2 per la partecipazione, valorizzazione delle competenze CLIL, prove nozionistiche e l’accorpamento 'last minute' di nuove classi di concorso con la seguente maggiorazione dei programmi.

Una mole troppo vasta per il direttivo dell’A.D.A.M. che ha rilevato come, malgrado le promesse, insegnanti già avviati alla professione verranno sottoposti all’ennesimo accertamento di conoscenze disciplinari per un concorso che si svolgerà con regole che si conosceranno ad appena due mesi dalle prove. Per questo è stato inoltrato l’appello al MinistroStefaniaGiannini con cui si chiedono tempistiche più distese, esempi delle prove di concorso, programmi già organizzati per ambiti disciplinari, accertamento delle conoscenze linguistiche in linea con le precedenti prove, legislazione scolastica come argomento della prova orale, commissioni di valutazione miste e finestra per gli abilitandi.