Una particolare fattispecie di lavoratori e lavoratrici, che non è stata vessata dalla Legge Fornero, gode di una uscita dal mondo del lavoro anticipata rispetto agli altri. Si tratta di lavoratori che hanno un grado di invalidità di almeno l’80%. Per questi, l’innalzamento dell’età pensionabile derivante dalla riforma Fornero non è scattato, se si esclude quello relativo all’aspettativa di vita. Vediamo come funziona questa uscita anticipata e cosa è necessario per poter ottenere la pensione.

Niente applicazione del DL 201/2011 ai lavoratori invalidi

La disciplina per i lavoratori che hanno una percentuale di invalidità elevata, ha un carattere speciale, che non è stato modificato nemmeno dal DL 201/2011 del Governo Monti, la famigerata Riforma Fornero. Infatti, nessun aumento di età anagrafica o di contribuzione versata è stato applicato a questa categoria di lavoranti, vera e propria eccezionalità rispetto a ciò che è accaduto per l’universo dei nuovi pensionati a partire dal 1° gennaio 2012. Per loro nel 2016 e fino al 2018, le uscite anticipate dal lavoro a 60 anni se lavoratori maschi ed a 55 se trattasi di donne sono confermate, anche se devono adeguarsi agli aumenti di 4 mesi previsti per l’aumento dell’aspettativa di vita.

Quindi, a partire dal 1° gennaio 2016, questi lavoratori possono andare in pensione al compimento di 60 anni e 7 mesi o di 55 anni e 7 mesi. Restano confermati anche i requisiti di anzianità contributiva, cioè almeno un contributo versato al 31 dicembre 1995. Anche i contributi necessari sono sempre gli stessi, 15 anni se maturati entro il 31 dicembre 1992 oppure 20 anni.

Finestre mobili, invalidità specifica e generica

Come dicevamo, questa risulta essere una disciplina eccezionale che però è soggetta al meccanismo delle finestre mobili e ad alcuni adempimenti. Innanzi tutto, la pensione anticipata è concessa solo ai lavoratori dipendenti del settore privato, pertanto, la misura non viene concessa a coloro che risultano lavoratori del Pubblico Impiego o lavoratori autonomi e con contribuzione versata nella Gestione Separata.

La pensione concessa, avrà decorrenza posticipata di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti per via del meccanismo delle finestre mobili. Il lavoratore che si trova nelle condizioni prima descritte, per poter richiedere la pensione, deve sottoporsi a visita medica presso una commissione ad hoc gestita dall’Istituto di Previdenza sociale. Infatti, non basta essere stato riconosciuto invalido civile dalla Commissione delle Asl perché l’Inps distingue l’invalidità generica da quella specifica. Infatti, lo stato di invalido (invalidità generica) decretato dalla Commissione Medica Invalidi Civili del Servizio Sanitario Nazionale non dà automatico diritto all’uscita anticipata, ma è soltanto un elemento di valutazione che sarà tenuto in considerazione dagli uffici sanitari dell’Istituto Previdenziale. Solo se la Commissione Sanitaria dell’INPS confermerà la percentuale di invalidità di almeno l’80% (invalidità specifica), il lavoratore potrà beneficiare del pensionamento in anticipo.