Il tema riforma Pensioni è sempre un argomento molto caldo e, dopo avervi fornito le informazioni sulla settima salvaguardia, le ultime novità parlano di un aumento dei requisiti necessari per ottenere l'assegno sociale nel 2016. Dall'1 gennaio 2016, infatti, grazie al nuovo scatto dell'aspettativa di vita, l'assegno sociale sarà versato non prima del requisito minimo anagrafico dei 65 anni e 7 mesi. Come se non bastasse, dal 2018 andrà ancora peggio, visto che con la Legge Fornero è previsto un altro aumento di un anno, che porterà tale requisito a 66 anni e 7 mesi.

Il diritto all'assegno sociale potrebbe, dunque, diventare un miraggio.

Riforma pensioni,a chi spetta l'assegno sociale?

Tale contributo spetta, come noto da tempo, a tutti i cittadini italiani che risiedono effettivamente in Italia. A questa categoria di persone, poi, sono stati equiparati anche i cittadini comunitari ed extra-comunitari che sono in possesso del permesso di soggiorno, a patto, ovviamente, che siano residenti nel territorio italiano. Questi individui, però, devono anche dimostrare di aver soggiornato in Italia per almeno 10 anni continuativi.

Per poter usufruire dell'assegno sociale, che corrisponde ad un valore di448 euro per 13 mensilità, è necessario dimostrare di essere in una condizione economica bisognosa: i redditi devono essere inferiori ad una determinata soglia, che viene stabilita ogni anno dall'Inps.

Per il 2016, i limiti di reddito sono stati aggiornati e corrispondono, quelli personali a 5.824,91 euro all'anno, mentre quelli coniugali a 11.649,82 euro.

Il valore dell'assegno sociale, però, cala quando aumenta il reddito dell'interessato. Viene erogato in misura totale solamente nel caso in cui non si dispone di alcun reddito personale, se, invece, il reddito (personale o coniugale) è inferiore ai limiti di legge, il contributoviene dato con un importo corrispondente alla differenza tra importo annuale dell'assegno sociale corrente e l'ammontare del reddito annuo.

Ricordiamo che il controllo dei redditi viene effettuato dall'Inps ogni anno e, di conseguenza, viene attuata la liquidazione, la modifica dell'assegno o anche la sospensione, nel caso in cui le condizioni dovessero modificarsi.

Assegno sociale: ciò che non viene considerato nel reddito

Nel calcolo del reddito effettuato dall'Inps per stabilire se l'assegno sociale deve essere erogato o meno, non sono considerati: i trattamenti di fine rapporto, il proprio assegno sociale, la propria abitazione di proprietà, la pensione liquidata col sistema contributivo, con importo uguale ad un terzo della pensione e mai oltre un terzo dell'assegno sociale, i trattamenti familiari, le indennità di accompagnamento di qualsiasi genere, gli assegni per assistenza personale pagati da Inail o Inps.

Va segnalato, infine, che se vi sono altri vincoli reddituali (personali o coniugali), l'assegno sociale può essere incrementato di altri 12,92 euro mensili e che, dai 70 anni in poi, l'assegno viene incrementato di 190 euro al mese, come previsto dalla legge. Il requisito dei 70 anni può calare fino a 65 anni se dovesse esserci una contribuzione previdenziale sull'estratto conto: l'età si può abbassare di un anno ogni cinque anni di contribuzione.