Il dibattito sul tema previdenziale è sempre all’ordine del giorno in Italia. In quest’ultimo periodo si discute principalmente l’ipotesi di introdurre pensioni più flessibili, ma al centro dell’attenzione vi sono anche le Pensioni minime e le pensioni d’oro. Nel corso dell’ultima puntata del programma televisivo ‘diMartedì’ su La7 è andato in scena un confronto fra diversi esponenti del Parlamento. Su alcuni punti sembra esserci un’intesa tra la minoranza Dem, Forza Italia e Movimento 5 Stelle. A tirarsi fuori attualmente sembrerebbe soltanto la maggioranza del Governo, che continua a rinviare misure di correzione alla Legge Fornero.
Pensioni d’oro e minime: minoranza PD, M5S e Forza Italia di comuni vedute
Luigi Di Maio, vicepresidente alla Camera ed esponente del M5S, è stato interpellato sul tema dei vitalizi e delle pensioni sociali al minimo all’interno della trasmissione di Giovanni Floris ed ha dichiarato che sarebbe bene porre un tetto alle pensioni d’oro. In Italia ci sono lavoratori che hanno versato contributi per una vita intera ed ora si ritrovano con 400/500 euro mensili di pensione, mentre circa 200 mila cittadini percepiscono un assegno di 5.000/10.000 euro al mese ed in molti casi senza aver versato contributi.
Le minime andrebbero aumentate tagliando quelle più ricche, su questa linea si trova d’accordo anche Giovanni Toti.
Il presidente della Liguria ha spiegato che le conseguenze della precedente riforma previdenziale vengono pagate principalmente dai pensionati che percepiscono un assegno minimo, perciò è necessario incrementare le somme che ogni mese percepiscono. Fissando un tetto a 5.000 euro per le pensioni d’oro si troverebbero le coperture finanziare necessarie, senza compromettere la sostenibilità del sistema.
L’esponente di Forza Italia ha poi aggiunto che tale provvedimento non dovrebbe essere apportato soltanto per sistemare i conti pubblici, ma anche per una questione di equità sociale.
Neppure Cesare Damiano si è tirato indietro su tale proposta, rilanciando anche il tema della flessibilità in uscita. Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha messo sul tavolo di confronto diverse ipotesi di pensionamento anticipato, ma né Matteo Renzi e né Tito Boeri sembrano essere in sintonia con lui.
A proposito della Quota 41, piuttosto che della Quota 97, Roberto Simonetti di Lega Nord ha affermato recentemente che l’Inps sembra rallentare i lavori verso l’introduzione di pensioni flessibili, dato che non starebbe affatto aiutando la commissione Lavoro. Il deputato ha inoltre sottolineato che il presidente dell’ente previdenziale forse preferirebbe l’attuazione di una delle sue proposte anziché quelle degli altri. In attesa di novità a riguardo, vi invitiamo a seguirci ancora su BN.