È stata rinviato ancora una volta dopo mesi la data di uscita del bando del Concorso Scuola 2016. Dopo il primo dicembre, poi fine dicembre, primi di gennaio, seconda metà di gennaio il termine ultimo si era detto essere l’1-2 di febbraio ma ad oggi sappiamo che neanche entro la metà del mese il bando arriverà. “Entro 15 giorni, al massimo entro fine mese” ha annunciato nuovamente il sottosegretario Davide Faraone. Intanto è scontro sulle prove d’esame: dopo il parere del CSPI che invitava ad un taglio delle domande in lingua straniera è arrivato il “non s’ha da fare” da parte del Ministro Giannini che ha annunciato “andiamo dritti con la nostra linea”.
Quesiti di lingua: niente marcia indietro, si discute sul punteggio
Nonostante il parere del Consiglio Superiore per l’Istruzione, Stefania Giannini non arretra, anzi incalza: “se resteranno i quesiti in inglese? Yes, of course” ha ribadito. Due domande in lingua straniera per lo scritto (a scelta tra inglese, francese, tedesco o spagnolo) più un’ulteriore prova orale. Una bella gatta da pelare per tutti gli aspiranti che si cimenteranno con le prove: un docente di greco o latino si troverà a spiegare Cicerone o Demostene in Inglese, un professore d’italiano dovrebbe cimentarsi a parlare di Dante in spagnolo. “In queste ore si discute se dimezzare il numero delle domande in inglese oppure intervenire sul “peso” dei punteggi” ha spiegato Puglisi.
Il nodo, secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere sciolto in tempi brevissimi, già mercoledì o giovedì e mentre si dibatte ancora sulla modalità di svolgimento delle prove del nuovo Concorso Scuola 2016 i tempi si accorciano e i bandi latitano.
Annunciati già i primi ricorsi prima dell’uscita del bando
Al di là delle accuse di provincialismo di cui è stato tacciato lo stesso Ministro Giannini, la questione della lingua straniera rischia di generare palesi iniquità a tutto vantaggio dei candidati bilingue che non avrebbero alcuna difficoltà in una prova che potrebbe mettere a dura prova anche i docenti più preparati.
Sul tema i sindacati annunciano battaglia e preparano le carte per i primi ricorsi perché, come ricorda Pino Turi della Uil, così “si cambiano le carte in tavola” poiché “mai è stato richiesto (il requisito della lingua ndr) per diventare insegnante”. Malgrado le ultime dichiarazioni però come ha ricordato l’onorevole Coscia su Facebook non bisogna dare niente per scontato finché non uscirà il bando: “stiamo lavorando.
La partita è ancora aperta su tutti gli aspetti, comprese domande in lingua”.
Bando in arrivo a fine mese e prove entro marzo
Cresce intanto l’attesa per il bando cui manca ancora il decreto presidenziale che suggella la riforma delle classi di concorso, tassello fondamentale per procedere. Il regolamento, giunto da più di una settimana al Quirinale aspetta ancora la firma di Mattarella e mentre il tempo passa dal PD non si scompongono: “ce la faremo – ha annunciato Faraone – il prossimo settembre le scuole avranno i loro docenti”. Oltre alla questione della lingua però si annunciano ancora altri ricorsi: da una parte gli esclusi dalla partecipazione al concorso, dall’altra gli stessi partecipanti che mettendo sul piatto anzianità e titoli rivendicano il diritto di essere assunti senza passare per ulteriori esami. Non da ultimo poi, le tempistiche sempre più risicate che probabilmente moltiplicheranno le possibilità di fare ricorso in quello che si annuncia come l’ennesimo pasticciaccio all’italiana.