In un periodo in cui l’argomento pensioni diventa sempre più incandescente, gli attori della potenziale riforma, tra questi Tito Boeri e Tommaso Nannicini, stanno formulando delle ipotesi per far fronte alle difficoltà finanziarie che ostacolano la possibile svolta sul tema a favore dei tanti cittadini da tempo in ansiosa, e quasi furiosa, attesa di risposte su temi quali precocità, flessibilità e reversibilità. Come vedremo ora, tali proposte non possono che consistere nel prelievo di finanze da altre fonti, per ovviare ad una serie di problematiche che acquisiscono sempre più il carattere dell’impellenza e urgono di un importante intervento.
Nannicini, buste paga maggiori con tagli ai contributi
L’idea che sta avanzando nel governo in questi giorni è quella dellariduzione tra il costo netto e quello lordo del lavoro, con l’obiettivo di aumentare le buste paga dei lavoratori tramite un taglio del cuneo fiscale. L’ipotesi prevede per la precisione una riduzione del cuneo contributivo: un taglio di sei punti per i nuovi assunti, tre per il lavoratore ed altrettanti per l’azienda.
Due i percorsi possibili. Il primo consiste nella riduzione delle aliquote Irpef, dal costo di 6 miliardi; questoporterebbe, considerato che lo Stato non sanerebbe questa differenza con l’Inps, a stipendi più ricchi ma a pensioni più leggere.Altra proposta è invece quella di Tommaso Nannicini, il quale presenta il taglio programmatico del cuneo contributivo per tutti i lavoratori a tempo indeterminato come una sfida, una prospettiva senza ancora una chiara proposta politica o uno studio relativo.Il taglio avrebbe luogo secondo due strade parallele, attraverso le quali, ha affermato il sottosegretario del consiglio ad un convegno Istat, “parte dei contributi ridotti dal datore vengono fiscalizzati, parte di quelli ridotti dal lavoratore vanno dal primo al secondo pilastro previdenziale, che ha rendimenti più elevati”.
Pertanto “una parte del risparmio viene ridotta ma fiscalizzata, una parte non si riduce e sarebbe stanziata nella previdenza complementare” in modo tale che le pensioni non si riducano.Si tratta di una strada che permette di intervenire “senza intaccare le aspettative pensionistiche”, afferma Nannicini, che è ancora tutta da studiare e valutare prima che possa farsi di essa una tangibile proposta governativa.
Boeri e la riduzione delle pensioni d’oro
Nel Progetto di Legge presentato da Tito Boeri, concepito peristituire un fondo di tutela per gli over 55senza lavoro, è presente invece la proposta di ritoccare le famose pensioni d’oro. Gli ostacoli che si interpongono sembrano essere però di duplice natura.
Una è quella politica, considerando che molte superpensioni sono elargite proprio ai parlamentari, l’altra è quella costituzionale, visto che è considerato essenzialmente contro la Costituzione ogni intervento volto a stravolgere privilegi consolidati da lungo tempo.
Il dibattito sull’argomento si è fortemente acceso e con i tagli alle pensioni d’oro che, per intenderci, sono quelle prestazioni previdenziali che rispondono ad un importo mensile superiore ai 5000 euro basato su sistema retributivo, Boeri intenderebbe intervenire efficacemente sulle annose problematiche del pensionamento anticipato, dei precoci e degli esodati.