Addio alla flessibilità in uscita per il 2016? Questo è quanto si intuisce dalle parole del ministro al lavoro Giuliano Poletti, in un'intervista rilasciata a “La Repubblica”.Poletti non lo dice apertamente ma lo lascia intuire: il governo è ancora alla ricerca di una soluzione condivisa, ciò potrà avvenire solo quando “avremo proposte precise”. Questa l'affermazione del responsabile dei dicastero previdenziale. Queste leultime notizie sulle pensioni.

Il governo è ancora alla ricerca di soluzioni condivise sulla flessibilità

Non è la prima volta, però, che sentiamo dire che il governo è alla ricerca di soluzioni certe e condivise e che sulle Pensioni si è impegnato a studiare le misure per la flessibilità in uscita.

Misure che si era impegnato a trovare sin dai primi mesi del 2016. Lo aveva promesso lo stesso Poletti, lo aveva garantito lo stesso premier Matteo Renzi. Ma pare proprio che chi voleva lasciare il lavoro prima prendendo di meno, dovrà aspettare ancora, dovrà rassegnarsi a rimanere “inchiodato” al posto di lavoro ancora per un altro anno come minimo e cioè sino a quando il governo non uscirà allo scoperto con “proposte precise”. Ma quali sono i tempi della nuova attesa? E' probabile che se ne riparlerà con la prossima legge di Stabilità, e cioè per il 2017. Il ministro del Lavoro,Giuliano Poletti, nell'intervista rilasciata a “La Repubblica”, ha sostenuto che la "discussione è aperta" e che il governo ha un unico obiettivo, quello di arrivare a modifiche strutturali complete.

Flessibilità: telenovela pensionistica infinita

L'esecutivo, dunque, non è ancora pronto e pertanto prende e vuole altro tempo. Ma la “telenovela” pensionistica non è nuova. Tra promesse e smentite, tra proclami e nuove smentite, tra un tira e molla e l'altro sono ormai passati due anni. Tali indecisioni stanno mettendo in difficoltà anche coloro che, come il Presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, da tempo si battono per la flessibilità in uscita e per la quale giace alla Camera un disegno di legge sin dal 2013.

Disegno di legge presentato proprio dal Partito Democratico ed a firma di Damiano-Baretta-Gnecchi come primi firmatari. Quali le ragioni di un tale “tira e molla”? Probabilmente l'avvertimento dell'Unione Europea di mantenere in equilibrio i conti pubblici sta incidendo sulle scelte del governo. I superburocrati europei hanno messo in guardia Renzi dalle possibili conseguenze di una controriforma strutturale della legge Fornero.

Legge che, ricordiamo, pur con le sue rigidità, è al momento l'unica adeguata per le dissestate casse dello Stato.

I lavoratori prossimi alla pensione, si mettano l'animo in pace quindi. Il loro pensionamento non è prossimo. Seguiteci, vi terremo, comunque sempre aggiornati.