Bisogna uscire dalla "logica del rigore a senso unico": lo afferma il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, commentandole ultime dichiarazioni del Premier Renzi in merito alla rigidità delle posizioni assunte in Europa e alla questione dell'austerità nella tenuta dei conti. Per il parlamentare, è giusto chiedere e pretendere dall'UE "più flessibilità nel nostro sistema pensionistico, per favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro". Ma anche per "aumentare il turn over", visto che garantire dei meccanismi di prepensionamento e di uscita agevolata dal lavoro può consentire di rimettere in moto il turn over bloccatosi nel 2011 con l'approvazione della legge Fornero.

D'altra parte, sul tema della flessibilità si è registrato di recente anche l'appoggio del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha chiesto di favorire scelteutili allo sviluppo di "ripresa e occupazione".

Pensioni flessibili, importante condividere richieste per una svolta nell'accesso alla previdenza

Stante la situazione, l'On Damiano torna a ribadire la propria richiesta affinché "il 2016 sia l'anno della flessibilità nellePensioni". L'esponente della Commissione lavoro si rivolge direttamente al Premier per chiedergli di "condividere la battaglia della flessibilità del sistema previdenziale" visto che "i dati della crescita economica sono ancora modesti e contraddittori". Agire sulle uscite flessibili permetterebbe infatti di "sostenere l'occupazione dei giovani", ma fornirebbe un necessario sostegno anche ai "lavoratori più anziani, che desiderano lasciare la loro attività e andare in pensione in modo anticipato".

Un meccanismo che avrebbe come contropartita"maggiori opportunità" per tutti, sia dal punto di vista occupazionale che previdenziale". D'altra parte, fino ad oggi si è proseguito attivando una serie di salvaguardie ad hoc per le situazioni di maggiore disagio, ma resta ancora da completare quel necessario lavoro di riforma strutturale verso il quale la politica si è impegnata più volte, a partire dall'innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuto nell'ormai lontano 2011.

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