"In questo momento sappiamo che la legge Fornero è una legge che è stata fatta male": lo afferma il Ministro Giuliano Poletti commentando un servizio televisivo riguardante ilavoratori precoci andato in onda nella serata di ieri su La7 durante la trasmissione "di Martedì". L'esponente del Governo ha spiegato che la precedente riforma "non ha costruito una gradualità nell'uscita, quindi ha realizzato un grande scalone che produce una grande ingiustizia. Allora il tema è che noi oggi, di fronte a questa situazione, dobbiamo far conto del fatto che i risparmi previsti con la legge Fornero sono già dentro il bilancio italiano".
Secondo Poletti, la riforma previdenziale del 2011 presenta delle evidenti aree di criticità:"si poteva fare meglio, con più gradualità e si doveva discutere allora con l'Europa come farla con più gradualità". Ma tutto questo non è stato possibile anche perché "in quel momento c'era una situazione di grande difficoltà, c'era un problema con lo spread. Però io continuo a pensare che le cose bisogna guardarle bene, anche perché una parte dei risparmi ce la siamo già giocata con tutte le salvaguardie degli esodati. Se avessimo fatto le cose bene non ce li saremmo giocati così".
Riforma pensioni, serve trovare mediazione tra esigenze dei lavoratori e tenuta dei conti
Incalzato in merito ai futuri interventi, il Ministro Poletti richiama la necessità di fare valutazioni che siano coerenti rispetto allo stato dei conti pubblici: "questo Paese ha sulle spalle il peso di più di 2000 miliardidi debiti che l'Italia ha accumulato.
Quindi oggi se noi avessimo la possibilità di spendere la metà di quei soldi per investimenti, lavoro e Pensioni saremmo un Paese che corre". Ad una domanda diretta sul prestito previdenziale, spiega poi che si tratta di una soluzione interessante, anche se adottabile da tutta la platea dei pensionandi."Dal punto di vista dell'impatto sui conti pubblici e sulla contabilità, il prestito previdenziale sarebbe la soluzione più plausibile perché non incide sul deficit.
Però ha delle controindicazioni evidenti, perché il prestito previdenziale poi lo devi restituire. Noi quest'anno abbiamo fatto una regolina che dice che se ti mancano 3 anni dal pensionamento, puoi ridurre al 50% il tuo lavoro, prendi il 60% dello stipendio e quando vai in pensione hai il 100%". Infine, non è mancato un rifermento alla situazione vissuta dai giovani, che non riescono ad accedere al mercato del lavoro anche a causa del blocco avvenuto nel turn over e delle precedenti regole di funzionamento di welfare e previdenza."In questo Paese abbiamo inventato i lavori socialmente utili e ci abbiamo mandato i ragazzi di 20 anni.
Se invece questi lavori li facciamo fare alle persone che hanno 60 anni e i giovani li mandiamo a lavorare, non viene meglio tutto quanto?".
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