In pensione a 62 anni col meccanismo della flessibilità e misure a favore dei lavoratori precoci. In attesa della manifestazione unitaria del prossimo 2 aprile, i sindacati hanno reso nota la loro proposta di riforma delle Pensioni utile a superare i problemi creati dalla legge Fornero. Comincia così la campagna di avvicinamento alla manifestazione nazionale che segna l’ingresso dei sindacati nel dibattito sulle pensioni nel quale si era segnalato, finora, come assente ingiustificato.

La manifestazione del 2 aprile: riforma delle pensioni per dare lavoro ai giovani

Cgil, Cisl e Uil, le tre sigle sindacali che hanno organizzato la manifestazione del 2 aprile, hanno preparato una proposta da presentare al governo consistente in un pacchetto di misure che vanno a toccare tutti i punti del dibattito che è andato sviluppandosi in questi anni sul tema delle pensioni: dalla flessibilità in uscita, oggetto, principalmente, delle proposte Damiano e Boeri, alla Quota 41 per i lavoratori precoci, fino alla situazione degli esodati e dei Quota 96 della scuola.

Per quanto riguarda la flessibilità in uscita, i sindacati si dicono favorevoli alla possibilità di pensione anticipata fissata per tutti a 62 anni o attraverso la combinazione dei età e contributi.

Un modo per fornire una risposta all’esigenza di ricambio generazionale da parte delle aziende, anche a prezzo di una decurtazione dell’assegno pensionistico, come previsto dalle proposte Damiano e Boeri, purché questo non si traduca in un passaggio al metodo contributivo, ritenuto eccessivamente penalizzante per i lavoratori.

Unità dei sindacati anche sulla richiesta di una soluzione per i lavoratori precoci che preveda l’attuazione della Quota 41, cioè l’uscita dal lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati, che sia automatica e senza relazioni con le variazioni dell’aspettativa di vita.

Un rimedio ai guasti della Fornero: esodati e Quota 96

Nella loro proposta di riforma delle pensioni, i sindacati toccano anche quelli che sono considerati gli ‘strascichi’ della riforma Fornero, vale a dire gli esodati, per i qual si sollecita un’ottava salvaguardia che risolva definitivamente il problema, e i cosiddetti ‘Quota 96’ della scuola, vale a dire quegli insegnanti che avevano raggiunto i requisiti per la pensione (61 anni età + 35 anni di contributi) al momento del varo della riforma Fornero nel 2011 e che sono rimasti bloccati in servizio per il fatto che la legge varata dal governo Monti non considerava che gli insegnanti maturano le anzianità di servizio con calendario scolastico e, quindi al 1° settembre e non al 31 dicembre.

Gli argomenti sul tavolo, come si vede, sono molti e complessi. Ci si aspetta, dalle manifestazioni programmate in tutta Italia per il prossimo 2 aprile, una spinta decisiva verso la loro soluzione già nel corso del 2016.