I precari della Scuola hanno gli stessi diritti dei docenti di ruolo, al contrario di quanto sostenuto dal Miur: il tribunale di Roma condanna il Ministero dell'Istruzione ad un risarcimento di oltre centomila euro nei confronti di otto ricorsi patrocinati da Anief. La sentenza mette in risalto la violazione delle norme comunitarie e impone il pagamento dei danni, degli scatti di anzianità e delle spese processuali.
Il Miur perde ancora contro i precari della scuola in tribunale
Quella fra Miur e precari della scuola ormai è una lotta che si combatte nei tribunali.
Il caso di oggi è l'ennesimo esempio di sentenza in cui viene ribadito che i precari hanno gli stessi diritti di chi è assunto a tempo indeterminato, diritti che il Ministero si ostina a negare. Il Tribunale del Lavoro di Roma ha deciso che i precari hanno diritto ad un risarcimento dei danni in quanto è stata violata la normativa europea nei loro confronti (D. Comunitaria 1999/70/CE). Reiterare contratti per un periodo superiore a 36 mesi viola i principi comunitari, “per cui l’apposizione del termine ai suddetti contratti deve ritenersi illegittima”. Per tale motivo il Miur, sentenzia il giudice, ha violato il diritto comunitario e ha praticato una illecita reiterazione di contratti a termine.
Il risarcimento riconosciuto, per gli otto ricorrenti, corrisponde a 37 mensilità dell’ultima retribuzione a cui vanno sommati gli interessi di legge. Oltre a questo, viene riconosciuto anche il diritto all'anzianità di servizio dei lavoratori a tempo determinato per cui l'Amministrazione dovrà pagare anche quelli più gli eventuali interessi legali dalla data della sentenza fino al saldo.
Come se non bastasse, a carico del Miur vi sono anche oltre 7mila euro di spese processuali. Tutto per un totale di oltre 100mila euro. Ancora una volta giustizia è stata fatta, con un costo maggiore a carico del Miur che si sarebbe potuto evitare rispettando la normativa europea e non continuando a privar dei propri diritti i lavoratori.
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