L'ispettore del Miur, Max Bruschi, ha affermato che c'è una soluzione alla situazione nella quale si trovano i docenti della Scuola d'infanzia ancora nelle GM (Graduatorie di Merito). L'emendamento che permette loro di godere di un'assunzione interregionale potrebbe avere risvolti positivi. Questo è quello che è possibile dedurre dall'idea espressa da Bruschi ha avanzato.

GM a rischio: come intervenire?

All'interno del comma 4 bis dell'emendamento è possibile argomentare che le GM della scuola d'infanzia inerenti al concorso docenti, riguardanti al triennio 2016/2019, secondo deroga dell'articolo 400, comma 19, sono applicabili per coprire i posti disponibili e senza titolare tra quelli figuranti all'interno del bando.

Per essere assunti tramite la propria collocazione nelle GM è necessario seguire la procedura standard. L'idea di Bruschi propone di togliere dal comma 4 bis la specificazione “dalla scuola d'infanzia” al fine di evitare il possibile scenario che si prospetterà alla fine del 2019. Le mobilità che andranno a delinearsi nei mesi futuri rischiano di provocare un mancata attuazione delle immissioni in ruolo delle graduatorie che contengono al loro interno una maggiorazione dei posti quantificabile nella misura del 10% rispetto ai posti presenti nel bando.

Va quindi evitata una situazione all'interno della quale ci sono vincitori senza un posto di lavoro fisso e quindi cattedre rimaste vuote e vacanti.

Si ripeterebbe così quanto accaduto con il concorso docenti 2012: Bruschi sostiene che bisogna essere memori degli errori passati ed evitarli per non ritrovarsi ancora una vasta platea di nuovi precari disoccupati. Quello che genera una preoccupazione maggiore è il punto d dell'emendamento è possibile appurare che anche se si dovesse verificare una situazione di incompleto assorbimento delle GM della scuola d'infanzia del concorso docenti 2012, si verificherebbe una loro soppressione. Si spera che questa proposta venga accolta, nonostante le tempistiche non saranno assolutamente veloci, ma si dovrà attendere ancora molto tempo.