"Il nostro Governo ha di fronte scelte decisive: quella sulla flessibilità delle pensioni, dopo gli annunci anche di Renzi, deve trovare una soluzione condivisa dai sindacati e dal Parlamento, nella prossima legge di stabilità". Lo ricorda il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, riprendendo le discussioni attualmente in corso presso l'Unione Europea in merito al tema della flessibilità. L'esponente democratico ha ricordato come "l'oggettivo peggioramento delle condizioni di vita di un numero crescente di cittadini europei" possa sfociare nel prevalere di populismo e demogogia.

Situazioni per le quali il Parlamentare punta il dito contro "le forze di destra e l'economia liberista, che hanno scientificamente perseguito per decenni [...] l'abbattimento delle tutele sociali e del lavoro".

Riforma pensioni e uscite flessibili: evitare una soluzione imposta senza dialogo

Stante la situazione, i commenti dell'On. Damiano invitano ad aprire un confronto tra Governo, Parlamento e parti sociali soprattutto per evitare quella che è stata definita come una "soluzione imposta dall'alto", possibilità che "questa volta non funzionerebbe" e che pertanto sarebbe da considerarsi come un errore. Il riferimento è alla proposta del Governo sull'anticipo pensionistico (Ape), lo strumento attraverso il quale l'esecutivo sta pensando di realizzare la flessibilità previdenziale.

Il meccanismo si concentra perlopiù attorno ai nati dal 1951 al 1953 e prevede l'applicazione di penalizzazioni graduali dall'1% al 4% (sulla base dello stato di necessità del pensionandoe dell'importo del futuro assegno). "Un secondo punto riguarda il mercato del lavoro", ricorda l'esponente democratico, evidenziano ad esempio le distorsioni prodotte dall'utilizzo improprio dei voucher.

Previdenza e petizione online: superate le 26mila firme

Nel frattempo prosegue anche l'iniziativa lanciata sul sitoprogressi.org/Pensioni in favore della flessibilità previdenziale secondo il modello proposto con la bozza di legge numero 857 depositata presso la Camera dei Deputati nel 2013. La petizione ha superato le 26000 firme ed è ormai proiettata verso il traguardo delle 30000 adesioni.

Oltre all'introduzione della quota 97 e all'uscita con 41 anni di versamenti senza ulteriori penalità per i precoci, sipunta a sostenere l'ottava salvaguardia dei lavoratori esodati, il monitoraggio dell'opzione donna, l'avvio di ricongiunzioni e totalizzazioni non onerose, l'impiego ed il miglioramentodel fondo sui lavori usuranti e la creazionedi un nuovo meccanismo di indicizzazione in favore delle pensioni più basse.

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