Senza voler essere tacciati come simpatizzanti di un partito politico, il fatto che il Movimento 5 Stelle non sia più un semplice movimento populista, ma una vera e propria alternativa di Governo, è certo. Il successo delle ultime amministrative, che qualcuno ancora vuole mettere in discussione, ne certifica la crescita. Ecco perché, ad oggi, parlare di un prossimo governo guidato dai "grillini" non è affatto "fanta-politica".In quest'ottica, probabilmente, anche il capitolo Pensioni potrebbe andare incontro a sostanziali novità, soprattutto guardando alla ferrea contrarietà che il Movimento ha nei confronti dell’APE, l’anticipo pensionistico proposto dal Governo Renzi.

Assist alle banche e basta

La pensione anticipata concessa ai lavoratori con almeno 20 anni di contributi, e a partire dai 63 anni e 7 mesi di età, cioè con 3 anni di anticipo, è un provvedimento considerato in maniera positiva da tutti. Combattere l’inasprimento delle norme per l’accesso alla pensione è importante e necessario, anche per avviare una sorta di turnover lavorativo e fare in modo che i giovani possano entrare nel mondo del lavoro in sostituzione dei loro predecessori. L’APE però, in primo luogo, non corregge la Legge Fornero, anzi la lascia esattamente così com’era: infatti eroga l’anticipo in prestito, cioè i pensionati dovranno restituire quanto percepito negli anni scelti per lasciare il proprio impiego, una volta arrivati all’età necessaria stabilita nel 2011 proprio dalla Fornero.

Inoltre, l’anticipo viene versato dalle banche, dunque sarà a loro che il pensionato dovrà dare indietro i soldi - sicuramente con gli interessi - mentre l’INPS fungerà da tramite sia nel momento di erogare la pensione, che nel momento di trattenere le rate del prestito. Così com’è stato progettato, quest'istituto che dovrebbe concedere la flessibilità pensionisticanon piace quasi a nessuno.

Anche il Movimento 5 Stelle si è subito detto contrario: secondo il partito di Grillo, dietro l’APE si nasconde, neanche troppo bene, l'ennesimo favore alle banche.Nuovi clienti in arrivo e nuovi contratti di finanziamento concessi dagli istituti di credito che, naturalmente, ci guadagneranno sopra. Al pensionato resterà l’illusione di ricevere una pensione in anticipo, che in realtà dopo 3 anni si trasformerà in un mutuo da estinguere.

Renzi correrà ai ripari?

Pare che il risultato delle amministrative stia consigliando al Governo di correggere il tirosualcune proposte, sperando così di aumentare in qualche modo i consensi dell’elettorato. Nonostante le elezioni comunali siano una cosa diversa dalle politiche, chiaramente la maggioranza non è rimasta indifferente a questa “sconfitta elettorale”. Già dall’incontro del 23 giugno, quando governo e sindacati torneranno a parlare di pensioni e di APE, probabilmente ci sarà qualche concessione alle richieste dei lavoratori. Ad oggi, infatti, questo provvedimento rischia di diventare l’ennesimo flop, alla stregua del TFR in busta paga.

I dati INPS del 2015 hanno evidenziato che le pensioni di vecchiaia (quelle che riguardano l’APE) erogate sono state di importo compreso tra i 535 ed i 1.063 euro al mese.

Quanti lavoratori con assegni di questo tipo opteranno per il prestito, sapendo che dopo tre anni inizieranno a percepire retribuzioni tagliate anche del 20%, e addirittura per 20 anni? Diventerebbe un salvagente per le situazioni critiche, come per coloro che sono senza reddito e sull’orlo del baratro. Sicuramente non è destinato ad essere un provvedimento che riscuoterà un successo a macchia d’olio tra i lavoratori, quindi è necessario renderlo più appetibile.