Botta e risposta sull'importanza dell'anzianità di servizio nell'ambito della chiamata diretta dei presidi e del nuovo sistema di reclutamento dei professori introdotto con la riforma scolastica di Renzi-Giannini. Alcuni dirigenti scolatici si sono schierati a favore della chiamata per competenze, più rispondente alle esigenze di preparazione dei docenti all'insegnamento ed al perseguimento degli obiettivi fissati nei piani triennali dell'offerta formativa delle scuole. E' il caso di Paolo Cortese, assessore alle politiche ambientali di Fossano, in provincia di Cuneo, nonché preside della Scuola "Vallauri" che, dalle pagine del quotidiano La Piazza Grande, lancia una vera e propria accusa alla professionalità deidocenti.

Precari scuola esclusi dalla chiamata diretta e bocciati ai concorsi

"Molti insegnanti - afferma Cortese - rimangono nelle graduatorie per decenni e non sono capaci di vincere un concorso nella scuola. Intanto stazionano anni ed anni adinsegnare da precari". Il concetto è chiaro: l'anzianità non è sinonimo, indiscutibile, di avere delle competenze. Naturalmente la questione riguardante la chiamata direttache, è bene ricordarlo, esclude i precari ed è diretta solo aiprofessori che sono già assunti in ruolo e aivincitori del concorso scolastico 2016, è molto più articolata. Nello stesso consiglio comunale, infatti, Anna Mantini aveva presentato, una settimana fa, due mozioni, non approvate, relative al problema dei docenti precari: una riguardava gli abilitati che però non sono stabilizzati e l'altra inerente agli insegnanti non abilitati, quelli che la Mantini considera i veri precari che vanno avanti a suon di supplenze.

Buona scuola: sarà come la riforma Fornero per gli esodati

Secondo la Mantini, pur essendo un problema a livello nazionale, la riforma scolastica di Matteo Renzi potrebbe far rimanere senza incarichi sia gli insegnanti abilitati che quelli non abilitati. Quelli abilitati perché solo un terzo otterrà l'immissione in ruolo da concorso, gli altri perché non potranno andare avanti con le supplenze all'infinito per via del limite dei trentasei mesi.

Ciò fa arrivare alla conclusione che la Buona scuola di Renzi possa diventare, per molte migliaia di precari della scuola, la riforma Fornero dei pensionati, mettendo in campo una nuova generazione sociale di esclusidal lavoro al pari degli esodati.