Per spiegarela mancanza di commissari d'esame basta citare come sia troppo basso il pagamento per esercitare questa mansione. Il compenso di appena 0,50 centesimi per fare da commissario all'esame del concorso docenti era già stato giudicato troppo esiguo per poter accettare un incarico di tale importanza. Dopo i rilievi fatti dal portale Tuttoscuola il governo aveva annunciato lo scorso 11 aprile che sarebbe corso ai ripari. Appena 9 giorni dopo fu la volta del sottosegretario del Miur Davide Faraone a dire che il compenso sarebbe stato raddoppiato.

Eravamo al 20 aprile scorso. Il Senato approvò un emendamento al riguardo e dopo un primo passaggio favorevole avvenuto il 12 maggio, il decreto per il raddoppio dei compensi divenne legge con pubblicazione sulla Gazzetta del 28 maggio 2016.

Termini scaduti

In molti pensarono che il problema era stato risolto, aderendo così alla chiamata del Miur per essere nominati commissari d'esame. Ma molti si dimisero da allora, perché nel frattempo emergevano realtà completamente diverse dagli annunci trionfalistici della Giannini. In effetti qualcosa mancava ancora: il decreto interministeriale per applicazione da emanarsi entro un mese dall'approvazione della legge. La scadenza è stata superata da oltre tre settimane essendo stata fissata il 28 giugno.

Ma non è ancora finita perché ne è appena scaduta un'altra: i 100 giorni dall'annuncio di Renzi sono trascorsi e di raddoppio nemmeno l'ombra.

Il colpo di mano del Miur

Per trovare altrove i commissari necessari a non mandare all'aria il concorsone 2016, con tutte le irregolarità manifestatesi nel corso dello svolgimento delle prove scritte e altre amenità varie pur di calcare la mano sui docenti abilitati e costringerli al diktat di sottoporsi alle forche caudine di questa truffa solo per evitare la multa di Bruxelles, con ulteriore provvedimento emanato dal Miur, si decide di prescindere dai cinque anni di ruolo, lasciando il compito di reclutare i commissari d'esame ai dirigenti degli USR.

E nel frattempo le graduatorie di merito slitteranno ad uscire, perlomeno quelle dell'infanzia primaria. I continui ritardi nelle correzioni delle prove scritte faranno slittare le assunzioni al 2017/2018.

Assunzioni a rischio revoca

Inoltre, sullo svolgimento delle prove gravano ancora i pronunciamenti del Tar per i quali si svolgeranno gli esami per i docenti non abilitati che hanno ottenuto di partecipare a questo concorso.

Ciò che ci si attende alla fine di questa selezione concorsuale saranno una miriade di ricorsi che finiranno per rendere traballanti le graduatorie di merito per almeno i prossimi tre anni, col rischio di revoca del ruolo per chi nel frattempo sarà stato assunto.