Vi abbiamo riferito, nella giornata di ieri, in merito alle vibranti proteste da parte di moltissimi docenti della scuola dell'infanzia e primaria che ritengono di essere stati ingiustamente danneggiati dalla procedura adottata dal Miur per le operazioni riguardanti lamobilità.

Ultime news scuola, 31 luglio 2016: docenti mobilità infanzia e primaria 'Errori nella procedura'

Insegnanti che si sono visti catapultare nell'ultimo ambito indicato nella domanda salvo scoprire che colleghi, aventi punteggio inferiore, hanno ottenuto, invece, il trasferimento nel primo ambito indicato; altri docenti, invece, non si sono visti riconoscere la precedenza della legge 104 mentre vi sono stati alcuni insegnanti che avrebbero avuto la possibilità di ottenere un posto comune nel primo ambito richiesto e che, invece, si sono visti assegnare d'ufficio un posto sul sostegno con l'ulteriore beffa di doversi trasferire a centinaia di chilometri da casa.

Tanta rabbia e delusione, come ha riportato Tecnica della Scuola, ancor più motivata dal fatto che gli errori sono stati effettivamente causati da un sistema che non funzionato a dovere, anche per colpa di alcuni operatori degli Uffici Scolastici che hanno commesso degli sbagli in fase di caricamento dei dati.

Mobilità, come presentare ricorso avverso gli errori di trasferimento?

Ci si chiede, allora, come poter fare nel caso in cui si ritiene di essere stati vittima di un errore. Il docente ha l'opportunità di presentare ricorso, in autotutela, presso l'ufficio scolastico dove l'insegnante ha presentato originariamente la propria domanda di mobilità: tale adempimento andrà eseguito in autotutela, entro i dieci giorni successivi al provvedimento riguardante la mobilità.Il reclamoandrà presentato all'ufficio scolastico in quanto quest'ultimo potrà verificare eventuali errori che richiederanno un'immediata rettifica dell'assegnazione. Nel caso in cui, invece, l'ufficio non risponda al reclamo oppure ritenga inopportuno l'accoglimento dello stesso, il docente dovrà rivolgersi necessariamente al giudice del lavoro.