Mobilità primaria 'the day after': per moltissimi docenti, assunti lo scorso anno con la Buona Scuola, significherà fare le valigie e andare ad insegnare a centinaia di chilometri di distanza. Inaccettabile, anche se molti di loro lo avevano ampiamente previsto.

Le sedi dei sindacati e le reti social sono state letteralmente prese d'assalto dagli insegnanti che, con rabbia e delusione, hanno espresso tutta la loro insoddisfazione per gli effetti deleteri della legge 107.

Molti di loro presenteranno ricorso, in quanto sono convinti che nei trasferimenti siano stati commessi degli errori, anche grossolani: della stessa opinione Maddalena Gissi della Cisl che ha pubblicato un durissimo comunicato all'indirizzo del Miur.

Ultime news scuola, sabato 30 luglio 2016: mobilità primaria, esodo docenti da Sud a Nord

Certi casi sono emblematici e grotteschi, come quelli menzionati dal giornale 'Repubblica'. C'è Anna N., residente in Calabria, che, dopo aver scelto le sue 100 province, si ritrova assegnata in una non chiesta; oppure c'è il caso di Maria Pia Labita, sessant'anni compiuti che dovrà spostarsi da Palermo a Como, dopo aver svolto 25 anni di servizio come precaria.

Maria C.S. di Napoli, invece, si lamenta perchè, dopo aver insegnato un anno a Reggio Emilia, sperava in un riavvicinamento a casa: il 'cervellone' del Miur le ha assegnato Milano.

Il caos è scoppiato nella mattinata di ieri, venerdì 30 luglio, quando sono iniziati a circolare gli elenchi dei trasferimenti, caos generato soprattutto dal fatto che l'amministrazione centrale abbia dato la possibilità agli assunti dalle graduatorie dell'ultimo concorso 2012 di essere trasferiti nella medesima regione dove hanno svolto il concorso.

Con buona pace dei precari storici che, così, si sono visti superare da colleghi con punteggi più bassi.

Mobilità docenti primaria: tra errori e ingiustizie, bisogna mandare in fretta il curriculum

Da qui la rabbia per l'inevitabile esodo al Nord. Per alcuni di loro resta ancora l'opportunità delle assegnazioni provvisorie e delle utilizzazioni ma tutto dipenderà dai posti vacanti e se fosse, in ogni caso, varrà solo per l'anno prossimo.

Non c'è nemmeno tempo per arrabbiarsi, visto che entro il prossimo 4 agosto, i docenti dovranno inviare i loro curriculum ai presidi per poter partecipare alla chiamata diretta: di fretta, già, sempre di fretta, un denominatore comune delle riforme renziane e che, purtroppo, ben si applica anche alla 'Buona Scuola'.